Quando abbracceremo la sofferenza con amore, allora avremo capito che l’amore è la resurrezione della vita.
Cristo ci ama
e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue:
egli ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre.
Alleluia. (Ap 1,5-6)
Si trattava di un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Dagli Atti degli Apostoli
At 25,13-21
In quei giorni, arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce e vennero a salutare Festo. E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re le accuse contro Paolo, dicendo:
«C’è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono i capi dei sacerdoti e gli anziani dei Giudei per chiederne la condanna. Risposi loro che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l’accusato sia messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall’accusa.
Allora essi vennero qui e io, senza indugi, il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell’uomo. Quelli che lo incolpavano gli si misero attorno, ma non portarono alcuna accusa di quei crimini che io immaginavo; avevano con lui alcune questioni relative alla loro religione e a un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere vivo.
Perplesso di fronte a simili controversie, chiesi se volesse andare a Gerusalemme e là essere giudicato di queste cose. Ma Paolo si appellò perché la sua causa fosse riservata al giudizio di Augusto, e così ordinai che fosse tenuto sotto custodia fino a quando potrò inviarlo a Cesare».
Parola di Dio.
R. Il Signore ha posto il suo trono nei cieli.
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici. R.
Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe. R.
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno dòmina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi. R.
Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,15-19
In quel tempo, quando [si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore.
“Simone, mi vuoi bene?” Questa è la domanda che Gesù fa all’apostolo così caro a Gesù, tanto che gli affiderà al sua Chiesa, ma così peccatore che lo ha rinnegato tre volte. Una domanda che gli pone per ben tre volte, come a chiedergli: sei sicuro che stavolta non mi abbandoni? Il compito che Gesù gli ha affidato è molto importante. Gesù vede la sincerità in Pietro, e gli conferma il compito, affidandogliene un altro: quello di essere condotto un giorno, in modo che non vorrà, alla sua fine, proprio come Gesù. Una punizione? No. Si tratta dell’ultima grande manifestazione dell’amore a Cristo che farà Pietro simile a lui, anche nel Martirio.
Il commento al Vangelo di ieri
Le fonti narrano che anche Pietro fu crocifisso, ma che, sentendosi indegno di morire della stessa morte di Gesù, si farà crocifiggere a testa in giù. Questo perché Pietro ha capito e ha sempre capito la grandezza di Gesù e il suo essere Figlio di Dio. Pietro è il primo a credere in questo, ha capito cosa spetta “all’uomo dei dolori”, e ha temuto di poter fare la sua stessa fine. Un giorno però abbraccerà questa immensa sofferenza per amore suo e con amore e per amore di testimoniare che Dio, che l’amore è la resurrezione della vita.
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