È stato scarcerato e non verrà estradato in Italia Movsar Magomedov, uno dei tre ceceni accusati dell’assassinio di Niccolò Ciatti, quello che nei video del pestaggio del giovane di Scandicci (Firenze) nella discoteca di Lloret de Mar, l’11 agosto 2017, indossava una maglietta rossa. Lo scrive il “Corriere Fiorentino”.
“Voglio essere processato in Spagna”, sono le parole del 24enne ceceno ai giudici del Tribunal Jiudiciaire di Strasburgo chiamati a decidere se convalidare o meno il mandato di cattura europeo spiccato dalla Procura della Repubblica di Roma e il conseguente trasferimento a Rebibbia.
Magomedov il 5 febbraio scorso erano stato arrestato nella sua città di residenza, Strasburgo, durante un’operazione dei carabinieri del Ros e della Gendarmerie. A inchiodarlo, secondo la Procura italiana che all’indomani dell’omicidio aprì un’indagine, non solo le immagini delle telecamere di sorveglianza del locale, ma anche decine di testimoni, che gli inquirenti sono riusciti a trovare in Italia. Tuttavia, le prove raccolte nel nostro Paese, non avrebbero convinto i colleghi di Strasburgo che hanno deciso di rigettare l’estradizione e quindi liberato Magomedov “perché risulta indagato per lo stesso delitto in Spagna, dove è stato commesso il reato e dove, per le leggi internazionali, dovrà celebrarsi il processo”, la motivazione.
“Non ho più parole – il commento di Luigi Ciatti che, insieme alla sua famiglia, da quattro anni chiede giustizia per Niccolò, al ‘Corriere Fiorentino’ – Solo delusione, rabbia, sconforto. Mio figlio è al cimitero e uno dei suoi assassini è a piede libero: la decisione dei giudici francesi è incomprensibile. Ora speriamo in un appello, della Procura di Roma che dal 2017 ha fatto un gran lavoro”.
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E se Movsar Magodemov in tre mesi è riuscito a ottenere la libertà, chi invece ci prova da tre anni e mezzo senza riuscirci è Rassoul Bissoultanov, il ceceno che con un colpo di arti marziali ha ucciso Niccolò. E così ieri, forse per arrivare fino ad agosto (mese in cui potrebbe uscire dal penitenziario in cui è recluso per decorrenza dei termini), i suoi legali hanno presentato per la quinta volta una richiesta di scarcerazione. Ma gli avvocati questa volta non hanno presentato il ricorso all’Audiencia Provincial ma hanno preferito giocarsi la carta della Corte d’Appello di Girona, probabilmente nella speranza di un accoglimento.
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“Ci sentiamo impotenti e non sappiamo più cosa aspettarci – ha aggiunto la famiglia Ciatti al ‘Corriere Fiorentino – Da parte della politica e della magistratura italiana abbiamo riscontrato il massimo impegno ma gli spagnoli continuano a gestire questa inchiesta come gli pare, nonostante le promesse del ministro della Giustizia iberico. Non c’è alcuna considerazione nei nostri confronti». Intanto si attende ancora che a Girona venga fissata la prima data del processo che «dovrebbe essere in giugno. Almeno questo ci hanno fatto sapere i nostri avvocato”. Il padre Luigi non demorde, ed è deciso a tutto per avere giustizia: “Anche a organizzare un sit-in davanti al Consolato spagnolo di Firenze”.
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