Muore a causa di un infarto dopo un litigio: il figlio condannato a 4 anni. È accaduto a una donna di 77 anni, Ornella Capponi
Una donna è morta a causa dello stress per le forti liti con il figlio. Ornella Capponi, 77 anni, fu trovata morta nel 2017 nella casa in cui viveva col figlio a Fiamenga (Foligno). Per il suo decesso, il figlio Stefano Silvani ha avuto una condanna a 4 anni di carcere per omicidio preterintenzionale. La Corte d’Appello di Perugia ha confermato nelle ultime ore la suddetta sentenza con la seguente motivazione:«Ne cagionava la morte per scompenso cardio-respiratorio sulla base dello stato anteriore patologico e anche dell’età avanzata, a causa della colluttazione e della condizione di stress ad essa correlato».
Silvani all’epoca aveva 52 anni e fu trovato in stato confusionale davanti casa dopo aver chiesto l’aiuto dei vicini. Dentro l’appartamento giaceva la madre morta, sotto un letto senza materasso. Da quanto ricostruito da i carabinieri, i due litigavano spesso. Qualche giorno più tardi, l’autopsia svelerà che la donna aveva ricevuto diversi colpi violenti in diverse parti del corpo, graffiata, presa a morsi, strattonata e poi fatta cadere a terra dal figlio. È quindi morta per uno “scompenso cardio-respiratorio” anche a causa di età e di una patologia pregressa ma in particolare, a causa del forte alterco avuto con il figlio.
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Ergo, per i medici la «possibilità di uno scompenso» causato dall’età si è mischiato in modo drammatico, si legge nelle carte dell’indagine, «con le numerosissime lesioni contusive» ma anche con «l’azione stressante che ad essa si accompagna». La lunga colluttazione con il figlio ha provocato nella donna microlesioni «la cui efficacia lesiva, astrattamente modesta e comunque non certamente mortale in senso proprio l’ha esposta a uno stress acuto provocato».
L’uomo ha avuto una condanna a 4 anni e gli è stato riconosciuto un vizio parziale di mente. Calcolando la pena si è considerata «la particolare sofferenza di Ornella Capponi durante e dopo la colluttazione, pena mitigata in ragione del concorso di cause nell’evento morte».