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Politica

Meloni pronta a diventare Premier. Alleati avvisati

Giorgia Meloni si autocandidata per Palazzo Chigi e prepara il sorpasso a Matteo Salvini e gli alleati del Centrodestra.

I sondaggi vedono volare lei e il suo partito, ragion per cui Giorgia Meloni alza il tiro e si propone come prossimo Presidente del Consiglio designato dal Centrodestra, sorpassando Matteo Salvini e ponendosi al centro del dibattito politico. L’ex-ministra della Gioventù nel Governo Berlusconi IV, raccoglie i frutti della sua scelta di tenere Fratelli d’Italia fuori dal Governo Draghi, prendendosi il consenso di opposizione.

Stando a un sondaggio di Swg per il Tg La7 infatti, Fratelli d’Italia guadagna lo 0,4% e sale al 19,5%, superando il Pd che scivola dal 19,5% al 19,2% e sfiorando la Lega, che rimane ancora il primo partito con il 21%, ma in calo dello 0,3%. “Io mi preparo a governare la Nazione” ha dichiarato intervistata a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata. “Io sono pronta ad assumermi le responsabilità che gli italiani mi chiederanno di assumere. Mi tremano le mani. Ma se non fosse così, perché farei politica“. Meloni fa quindi capire chiaramente che il partito che arriverà primo alle prossime elezioni politiche dovrà indicare il nome del premier e immagina che Fratelli d’Italia possa essere quel partito, forte di una coalizione che oggi supera il 40% dei consensi e le permetterebbe di governare senza ulteriori alleanze.

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Meloni supera la Lega anche sui contenuti del Centrodestra, colpevole di aver tradito l’elettorato governando coi 5S e soprattutto col Pd, abbandonando le idee tipiche del sovranismo che lei invece ribadisce con orgoglio. “C’e’ bisogno di un partito di destra, di un partito che difenda l’interesse nazionale italiano“, sottolinea. “La Lega è più legata alla dimensione territoriale, mentre FdI è legata a una dimensione nazionale”, in ogni caso “ci sono punti di contatto e credo che governeremo insieme”. Questo immaginando la fine della legislatura prima del 2023, quando Mario Draghi, stando alle previsioni, diventerà Presidente della Repubblica, lasciando il campo agli scontri tra partiti. Meloni però non approva ala scelta dell’ex-presidente della Bce al Colle e afferma: “Non ho fatto una scelta sul nome del futuro presidente della Repubblica. Se Draghi diventasse presidente si andrebbe a votare, ma non ho elementi per dire che Fratelli d’Italia potrebbe sostenerlo. Cerco di valutare la sua figura, sicuramente autorevole, e dico che l’autorevolezza è una bella cosa ma va esercitata“.

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Salvini al momento non si esprime su queste uscite della sua alleata/competitor. Lo stesso vale per Forza Italia, nonostante le parole di Antonio Tajani: “Su Palazzo Chigi, in realtà, la questione è molto semplice e il Centrodestra è sempre stato chiaro su questo. Come avviene fin dai tempi di Berlusconi, Bossi e Fini, l’accordo è che il partito della coalizione che alle elezioni ottiene più voti è quello che esprime il Presidente del Consiglio in caso di vittoria, Presidente della Repubblica permettendo. È giusto che gli altri esponenti del centrodestra si augurino di poter primeggiare e poter esprimere il premier. È anche questa sana competizione tra noi che fa del centrodestra la coalizione più forte in Italia”, conclude.

Giorgia intanto continua la serrata passerella di interviste e dichiarazioni che seguono il suo libro “Io sono Giorgia, titolo che riprende il suo celebre discorso di piazza San Giovanni, diventato un tormentone social. Oltre 300 pagine che sono sotto i riflettori dei giornalisti e dei librai anche per i dubbi nati da alcuni passaggi. Il libro infatti esce dai binari della semplice autobiografia e di una storia familiare al centro delle polemiche (Selvaggia Lucarelli contesta che la madre abbia potuto pensare di ricorrere all’aborto nel 1976 quando nacque la Meloni, visto che allora la pratica era illegale). Quello della presidente di FdI è un vero e proprio manifesto politico che si definisce sulle scelte e il percorso della vita della Meloni.

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