I raid aerei di Israele nella Striscia di Gaza sono proseguiti nella notte. Nel corso degli attacchi è andato distrutto anche l’unico laboratorio Covid-19, per cui non sarà più possibile effettuare i test di screening sulla popolazione. Il numero di vittime palestinesi è salito a 212. Dall’Idf escludono la possibilità di un cessate il fuoco.
Un’altra notte di sangue a Gaza City. I raid israeliani non si sono fermati. Le bombe hanno colpito un gran numero di edifici nell’enclave palestinesi. Tra questi anche la clinica al-Rimal, dove si trovava l’unico laboratorio in cui venivano effettuati i test di screening contro il Covid-19. Un grave danno per la popolazione, che sta cercando di difendersi – oltre che dal conflitto del Medio Oriente – anche dalla pandemia in corso. Il tasso di positività, pari al 28%, è tra i più alti al mondo. “Gli attacchi israeliani minano gli sforzi del ministero della Sanità di fronte all’epidemia di Covid, non consentendo di seguire le persone infettate e di continuare la campagna di vaccinazione“. Lo ha detto Ashraf al-Qodra, uno dei portavoce del ministero. Dalla Striscia, intanto, sono partiti 90 razzi. La maggior parte di questi, tuttavia, è stato intercettato dal sistema Iron Dome e non ha dunque creato danni e/o vittime. Il governo israeliano ha esteso, ad ogni modo, di altre 48 ore lo stato di emergenza a Lod, epicentro degli scontri.
Il bilancio delle vittime a Gaza
Il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 212. Di questi, informano da Tel Aviv, “oltre 150 erano operativi terroristi”. Lo ha riferito il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Hidai Ziberman, il quale ha sottolineato che 120 dei militanti uccisi appartenevano ad Hamas, mentre altri 25 alla Jihad islamica. Tra i morti, tuttavia, in base a quanto riferisce il Ministero della Sanità, si contano anche 61 bambini e 36 donne. I raid israeliani, infatti, colpiscono ogni giorno centri densamente abitati dai civili, dove secondo le forze armate si nascondono obiettivi militari piazzati da Hamas.
Il cessate il fuoco è escluso
“L’esercito israeliano non sta discutendo un cessate il fuoco per le prossime ore e ha tutti i leader di Hamas sotto tiro“. Lo ha detto il portavoce militare israeliano, Hidai Zilberman, nel corso di alcune interviste radiofoniche. “Stiamo cercando di colpirli e quando le condizioni operative lo permettono spero che avremo successo“. Inoltre, nel corso di un’altra comunicazione, ha aggiunto che il capo dello Stato Maggiore, Aviv Kohavi, ha indicato alle Fdi i nuovi obiettivi da colpire nelle prossime ventiquattro ore. “Le forze armate israeliane non stanno discutendo il cessate il fuoco“, ha ribadito.
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Intanto, tuttavia, emergono le prime tensioni sull’asse americano. Israele, infatti, ha ribadito di avere il sostegno degli Stati Uniti. Il segretario di Stato, Anthony Blinken, però, ha chiesto al governo di Benjamin Netanyahu di dare una giustificazione al raid contro la torre al-Jalaa, in cui non si trovano obiettivi di Hamas bensì le redazioni di media nazionali ed internazionali. Un episodio che ha creato imbarazzo sui due fronti. Sally Buzbee, direttrice di Ap, ha chiesto un’indagine indipendente sull’attacco all’edificio. Inoltre, ha sottolineato che all’interno di quest’ultimo era esclusa la presenza di una sede di Hamas. “Non ci schieriamo in quel conflitto. Abbiamo sentito gli israeliani dire di avere delle prove, non sappiamo quali siano queste prove. Riteniamo che a questo punto sia appropriato uno sguardo indipendente su ciò che è accaduto ieri“, ha detto.