Una fotografia agli atti dell’inchiesta per la morte di Luana D’Orazio mostra una grossa ragnatela sulla colonna laterale dell’orditoio, proprio dove sarebbe dovuta essere la grata di sicurezza manomessa. Potrebbe, forse, essere una prova del fatto che quest’ultima era stata tolta da diverso tempo. La difesa, tuttavia, esclude la possibilità che questo aspetto possa essere determinante.
I dettagli sulla tragica morte di Luana D’Orazio, avvenuta lo scorso 3 maggio in una fabbrica tessile in provincia di Prato, sono ancora da chiarire. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, in cui al momento sono indagati il titolare dell’azienda Luana Coppini e il responsabile della manutenzione Mario Cusimano. Dalle prime indagini, infatti, è emerso che i due orditoi presenti nella struttura erano stati manomessi. Non era presente, in particolare, la grata di sicurezza che avrebbe dovuto impedire alla operaia ventunenne di essere risucchiata dal macchinario. Essa avrebbe potuto impedire la morte per schiacciamento del torace (un politrauma fratturativo toraco-polmonare, secondo l’esito dell’autopsia). Una prova, inoltre, potrebbe dimostrare il prolungato malfunzionamento del sistema di sicurezza. Sulla colonna laterale dell’orditoio, infatti, è stata ritrovata una fitta ragnatela. La fotografia è stata inserita negli atti dell’inchiesta. Da chiarire, tuttavia, se essa potrà realmente essere una prova utilizzabile a processo.
«Non credo che la presenza della ragnatela sull’orditoio possa essere un tema dell’inchiesta, la trovo una questione avulsa dall’oggetto della vicenda». Lo ha detto Stefano Camerini, avvocato di uno dei due indagati nell’inchiesta per omicidio colposo relativa alla morte di Luana D’Orazio. La fotografia allegata agli atti, ad ogni modo, è stata resa nota nei giorni scorsi attraverso i media. Da chiarire, tuttavia, che ruolo avrà quest’ultima di fronte ai giudici.
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Le indagini della Procura di Prato, intanto, proseguono. Inizialmente gli esami sono stati effettuati su un macchinario gemello (ironia del destino, chiamato «orditoio Luana») a quello che ha ucciso l’operaia, mamma di un bambino di cinque anni. Adesso, tuttavia, i tecnici dovranno rimettere insieme i pezzi dell’orditoio incriminato per effettuare i necessari accertamenti. Esso, infatti, era stato parzialmente smontato dai vigili del fuoco al fine di estrarre il corpo della vittima a seguito dell’incidente. Affinché ciò avvenga probabilmente verranno coinvolti anche gli esperti dell’azienda costruttrice, la tedesca Karl Mayer.
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