Draghi in tre mesi può dare il via alle riforme, indispensabili per il Recovery Fund. Può farcela, nonostante Salvini.
Non solo combattere l’emergenza Covid ma lavorare per portare avanti alcune riforme indispensabili per la crescita del Paese. Questo il reale obiettivo del Governo presieduto da Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio è stato chiamato a svolgere questo ruolo in virtù del prestigio di cui gode in Europa e quindi della capacità di traghettare l’Italia verso la fase post-covid che deve essere caratterizzata da una importante crescita grazie ai grandi mezzi messi a disposizione dal Recovery. Cosa su cui le capacità del Governo di Giuseppe Conte (e dell’Italia in generale) lasciavano parecchi dubbi.
Mario Draghi ha speso la sua personale credibilità per garantire all’Unione Europea un piano di riforme profonde ed efficienti. Tra queste la governance del Pnrr e le semplificazioni, il decreto concorrenza la riforma fiscale sull’Irpef, la riforma della giustizia e dei processi. Se il premier riuscirà nell’impresa, potremo contare sul fatto che il Recovery sarà un successo. Il tempo che Draghi si è dato sono tre mesi, entro fine estate sapremo come andrà a finire ma c’è fiducia intorno all’esecutivo. I dubbi però non mancano, ancora non si parla di riformare la Pubblica Amministrazione, se non tramite assunzioni, mentre la Giustizia è un terreno minato su cui i partiti hanno posizioni molto diverse.
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Il nodo rimane sempre lo stesso, l’irresponsabilità della maggior parte dei partiti sempre impegnati in beghe di cortile, che lascia dubbi sulla capacità del Paese di voltare pagina. In particolare tiene banco la questione Lega, impegnata in una eterna campagna elettorale fatta di slogan e post sui social. Matteo Salvini ha gettato la maschera, la riforma della giustizia non è una priorità anzi, sfida Draghi proprio su questo terreno. Inoltre Salvini sostiene il “congelamento” del sistema pensionistico da lui modificato nel Conte I in difesa di Quota 100 senza dire chi dovrebbe caricarsi gli oneri per sostenere questa schiera di nuovi pensionati. “Ma tanto non sarà questa maggioranza a riformare giustizia e fisco. La ministra Cartabia può avere le idee chiare, ma se sei in Parlamento con Pd e 5S, per i quali chiunque passa lì accanto è un presunto colpevole, è dura”. Salvini parla già da opposizione, insegue Giorgia Meloni che vola nei sondaggi ed è pronta a scalzare il senatore alla guida del Centrodestra.
“La Lega vuole la caduta di restrizioni e orari. Ristoranti e bar al chiuso, piscine, parchi tematici, matrimoni. Con i protocolli di sicurezza” continua, Salvini non parla mai di riforme ma di decreti. Le riforme sono un terreno troppo scivoloso per lui, meglio continuare a schierarsi con i ristoratori per garantirsi una parte di elettorato in vista delle amministrative. Il timore è che sia alle porte una nuova fase, in cui l’ostilità del leader del Carroccio diventi sempre meno moderata.
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Negli scorsi giorni il leader del Partito Democratico Enrico Letta, aveva indicato questo stare dentro e fuori dal Governo come il “metodo Salvini”. “Mettere in discussione le riforme come sta facendo Salvini in questi giorni indebolisce Draghi ed espone l’Italia alle manovre in Europa – ha dichiarato il segretario Dem -. Così rischiamo di essere dipinti come i soliti inaffidabili. Se Salvini dice che non si fanno le riforme, tragga le conseguenze ed esca da questo governo, che è fatto per fare le riforme“.
Anche Draghi si è stancato dei continui ultimatum del leader del Carroccio e delle sue furbe strategie comunicative per mandarlo al Quirinale lasciandogli la via libera per Palazzo Chigi. Voci di corridoio raccontano di un premier furioso con Salvini e allo studio di un piano per arginarlo. Per questo ha chiamato alle armi non solo M5S e Pd per isolarlo politicamente dentro il Governo, ma anche Forza Italia e le altre forze moderate di maggioranza fedelissime a Draghi. Sarà una guerra a colpi di dichiarazioni che ci porterà a una estate incandescente.
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