Le ragazze erano affacciate alla finestra e i ragazzi hanno iniziato a insultarle con diversi epiteti. Ecco cos’è successo a Todi
Alcune ragazze, in cura nel Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare di Todi (Perugia), hanno subito bodyshaming da un gruppetto di ragazzi. «È stato un episodio spiacevole. Le ragazze erano alla finestra. Tranquille. Sono passati questi ragazzi, un gruppetto, adolescenti. Probabilmente tornavano dalla scuola. Si sono fermati davanti al palazzo e hanno cominciato con gli insulti. Anoressiche di merda…Brutte…E giù altre frasi». Lo racconta Laura Dalla Ragione, direttrice del suddetto centro.
Un centro specializzato sui disturbi alimentari, con quattro sedi sul territorio, e che ora deve affrontare pregiudizi e bullismo.
Tanta l’amarezza da parte degli operatori per questa inaspettata aggressione verbale, mentre i casi di body shaming aumentano. «In quindici anni di attività qui a Todi è la prima volta che succede una cosa del genere. La sinergia con la comunità di questa cittadina è stata sempre forte e collaborativa», dice Dalla Ragione.
«Oltre il 60% dei ragazzi che soffre di disturbi alimentari è vittima del pregiudizio che si traduce sempre più in atti di bullismo, in aggressioni verbali che vogliono stigmatizzare», prosegue Dalla Ragione. «Proprio questo è un tema su cui non bisogna più abbassare la guardia, una questione che va affrontata con urgenza, lavorando sulla prevenzione, a più livelli, facendo leva sulla conoscenza e la consapevolezza dei giovani, in tutte le fasce di età scolastica».
Quel che è accaduto a Todi pochi giorni fa (fatto isolato) non è l’unico episodio verificatosi nei confronti dei ragazzi con disturbi del comportamento alimentare. Episodi simili sono occorsi a Città della Pieve, dove si cura l’alimentazione disorganizzata. Qui c’è il Centro Dai, che si occupa di pazienti con disturbi dell’obesità gravi. «Emerge spesso la difficoltà ad accettare queste persone, e scatta una reazione forte che si traduce nello stigma», spiega la direttrice Dalla Ragione.
A differenza di Todi, a Città della Pieve i pazienti fanno parecchia attività motoria all’esterno e qualche volta è successo che gruppi di bulletti siano passati accanto ai pazienti gridando «Ciccioni», «Magnate meno», e frasi del genere. Vedendo poi gli operatori, come accaduto anche a Todi, i baby bulli fuggono. «A Todi, così come a Città della Pieve, siamo sempre di fronte a casi di vero e proprio bullismo», dice Laura Dalla Ragione, che spiega che i bulli non solo ragazzi ma anche ragazze.
«In queste situazioni, comunque, gli operatori cercano di mantenere la calma e tranquillizzare i pazienti, anche se ovviamente questi insulti in una situazione così delicata sono davvero pesanti per il loro percorso», dicono gli operatori.
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Per questo a Todi si vogliono realizzare al più presto progetti dedicati al tema consapevolezza, con un’iniziativa a cura dell’Ente Etab la Consolazione che supporta Palazzo Francisci e Usl Umbria 1: «A settembre partiremo con un progetto cui hanno aderito già tutte le scuole di Todi, dalle primarie alle superiori, articolate in incontri per insegnare ai giovani il rispetto del diverso», dice Dalla Ragione.