Proviamo a domandarci: daremmo la vita per qualcuno? Se sì, per chi? Rispondendo a queste domande capiremo se stiamo camminando sulla via che Gesù ci ha indicato.
«Non voi avete scelto me», dice il Signore,
«ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate
e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» Alleluia. (Gv 15,16)
La sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Dagli Atti degli Apostoli
At 1,15-17.20-26
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si compisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infatti nel libro dei Salmi:
“La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti” e “Il suo incarico lo prenda un altro”.
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.
Parola di Dio
R. Il Signore lo ha fatto sedere tra i prìncipi del suo popolo.
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria. R.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.
Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore
Il comandamento di Gesù è quello di amarci come Lui ci ha amato, di un amore senza pari: disposto a dare la vita. La vita è un dono così grande che non può che essere condiviso. Gesù ci dice che non c’è amore più grande di dare la vita per i propri amici: per qualcuno quindi che non sia soltanto tra propri consanguinei più stretti, ma per qualcuno con cui disinteressatamente si condivide un’amicizia. Proviamo solo un attimo a pensare: daremmo la vita per qualcuno? Se sì, per chi? Rispondendo a queste domande potremo capire se e in che misura stiamo camminando sulla via che Gesù ci ha tracciato.
Il commento al Vangelo di ieri
Sempre consapevoli che tra il dire e il fare c’è di mezzo davvero tanta strada, e che Gesù ci chiede di amare il nostro prossimo senza mezze misure, considerando degni di amore anche i nostri nemici. Tutto questo sembra impossibile, ma non lo è stato per Gesù e, se rimarremo in nel suo amore, non lo sarà nemmeno per no: allora la nostra gioia sarà piena.
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