Fabio Ciciliano, membro del Cts, ha evidenziato i possibili cambiamenti nelle misure di restrizione in Italia a partire dalla prossima settimana. L’idea è quella di alleggerire o eliminare il coprifuoco, nonché di consentire la ripresa delle attività al chiuso. I provvedimenti, tuttavia, dipenderanno dagli ultimi dati.
L’Italia sogna di tornare alla normalità in vista dell’estate. Il Paese, al momento, si trova quasi totalmente in zona gialla ed il Governo sta vagliando l’ipotesi di allentare ulteriormente le misure di restrizione. Sul tavolo degli esperti, in particolare, c’è la possibilità di eliminare il coprifuoco, attualmente fissato alle 22.00, o quantomeno alleggerirlo. Una misura indispensabile per dare respiro ad alcuni dei settori dell’economia maggiormente colpiti dalla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19: la ristorazione ed il turismo. A ricevere un nuovo “via libera” dovrebbero essere anche le attività al chiuso. Finora, infatti, a riaprire la sera sono stati esclusivamente gli esercizi con uno spazio aperto in cui effettuare il servizio al tavolo. Il tutto, però, dipenderà dagli ultimi dati relativi alla curva dei contagi. Essi mostreranno, infatti, gli effetti delle recenti riaperture. A parlarne, in un’intervista rilasciata al Messaggero, è stato Fabio Ciciliano, membro del Comitato tecnico scientifico.
Ciciliano sull’allentamento delle misure di restrizione
Dal coprifuoco alle riaperture dei ristoranti al chiuso. Fabio Ciciliano, medico della Polizia di Stato e della Protezione civile, ha spiegato perché la settimana in arrivo sarà decisiva sul fronte dell’allentamento delle misure di restrizione utili a contrastare la diffusione del Covid-19. “Bisogna valutare l’impatto sui numeri delle riaperture del 26 aprile. Siamo nei giorni decisivi e stiamo verificando una sensibile diminuzione dei nuovi casi e dei ricoveri. Ciò è legato alla campagna vaccinale che l’anno scorso non c’era“, ha sottolineato. La situazione, dunque, è ben diversa rispetto ad un anno fa. “Qualcuno vuole paragonare questo periodo con lo stesso del 2020, quando c’erano molti meno casi. Sì, vero, ma arrivavamo da 2 mesi di lockdwon durissimo che quest’anno non abbiamo avuto. Inoltre oggi abbiamo già una parte di popolazione già protetta dal vaccino. Detto questo, nell’ultima settimana la media giornaliera è sotto i 10 mila: per trovarla in passato bisogna andare indietro a metà ottobre“.
Seppure oggi il numero di casi, in virtù delle mancate chiusure totali, sia superiore, grazie alla campagna di vaccinazione la percentuale di coloro che manifestano la malattia in modo grave è in calo. “Abbiamo constatato una diminuzione clamorosa dei casi gravi e dei ricoveri tra gli anziani e gli operatori sanitari. I vaccini – ha ribadito – funzionano e funzionano molto bene. L’obiettivo è avere il 70% della popolazione immunizzata in autunno per tornare ad una nuova normalità“.
Il coprifuoco e le attività al chiuso
Un nodo cruciale da sciogliere resta quello relativo al coprifuoco. Il Governo e gli esperti, in tal senso, non hanno ancora trovato una soluzione. Se, da un lato, esso è utile ad evitare assembramenti, infatti, dall’altro lato la sua presenza disincentiva il turismo e mette un freno alla ristorazione. “Il ragionamento da fare ora è politico. Se l’obiettivo è andare alle riaperture e soprattutto alla ripresa del turismo, non c’è dubbio che il coprifuoco vada alleggerito o rimosso. Se lo immagina un turista americano o tedesco che prenotale vacanze in Italia sapendo che alle 22 dovrà tornare in hotel?“. L’obiettivo, dunque, sarebbe quello di eliminarlo, ma molto dipenderà dagli ultimi dati. “Se i numeri anche del nuovo report saranno positivi, penso che si possa ripensare alla durata del coprifuoco fino all’eliminazione. Lo stesso vale per la ripresa dell’attività dei ristoranti al chiuso, tenendo sempre conto che tutto ciò che avviene al chiuso è molto più critico dal punto di vista epidemiologico“.
In relazione ai numeri, tuttavia, è emersa in questi giorni la necessità di modificare il sistema di valutazione. L’indice Rt, infatti, non è più efficace. Con l’aumentare della percentuale di popolazione che ha ricevuto il vaccino, infatti, è maggiormente di rilievo il dato relativo a coloro che sviluppano una sintomatologia grave. “Dobbiamo consolidare la diminuzione dei casi. A luglio 2020 avevamo 2 nuovi infetti ogni 100 mila abitanti su base settimanale, mentre oggi sono 100. Ma – evidenzia Ciciliano – sono due situazioni differenti. Quando avremo protetto buona parte della popolazione, soprattutto i più fragili, sarà meno impattante sapere che ci sono ancora casi positivi. Detto questo, l’obiettivo deve essere scendere al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti, perché si potrà tornare a fare un completo tracciamento dei casi“. L’esperto però rassicura che “per riaprire o eliminare il coprifuoco non dobbiamo per forza aspettare di avere quel dato“.
L’estate
Il timore degli esperti, ad ogni modo, è che con l’arrivo dell’estate possa esserci un nuovo “liberi tutti”. Esso potrebbe portare ad una nuova ondata al ritorno dalle vacanze. “Io auspico un giugno con molte aperture, magari progressive. Anche se vi sono alcune attività come le discoteche che dovranno aspettare ancora“, ha puntualizzato il medico della Polizia di Stato e della Protezione civile. “Lo stesso vale per gli stadi o i palasport pieni: come Cts, abbiamo dato il via libera al pubblico solo a capienza ridotta. Il vero obiettivo è arrivare a una nuova normalità in autunno, evitando una ripresa della circolazione del virus“.
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La chiave per evitare di andare incontro ad una nuova risalita della curva dei contagi, ancora una volta, è rappresentata dalla campagna di vaccinazione. Nei prossimi mesi, in particolare, sarà il turno dei soggetti meno a rischio. “Arriveremo alle fasce più giovani che però avranno meno propensione a vaccinarsi, anche perché c’è una certa assuefazione al rischio. E hanno maggiore socialità e dunque, senza vaccinarsi, potrebbero favorire una nuova circolazione del virus. Rischieremo di non raggiungere l’immunità di gregge se non convinceremo anche i giovani a vaccinarsi“.
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Un modo per spronare chiunque a vaccinarsi consiste nel Green pass, che permetterà alla popolazione di viaggiare e di accedere alle attività sociali. Al momento, tuttavia, esso è ottenibile anche con un tampone recente dall’esito negativo. L’ipotesi di eliminare tale possibilità è al vaglio. “Lo potremo fare solo quando avremo sufficienti vaccini per tutti. E teniamo conto che – ha concluso Ciciliano – la formula attuale del green pass, che si ottiene anche con il tampone, è europea“.