Il conflitto israeliano-palestinese non sembra essere destinato a placarsi in breve tempo. Le forze armate di Israele hanno pronto il piano per l’invasione da terra nella Striscia di Gaza: oggi verrà presentato allo Stato maggiore. Il primo ministro Benjamin Netanyahu al momento avrebbe escluso il cessate il fuoco.
Dall’inizio del conflitto tra Israele e Palestina sono almeno 1.500 – di cui 500 nelle ultime ventiquattro ore – i razzi lanciati da Hamas nelle città israeliane a confine con la Striscia di Gaza. Alcune centinaia di essi sono atterrati su quest’ultima oppure in mare. Le sirene di allarme, in particolare, sono scattate nelle scorse ore scattate a Sderot e nei kibbutz della zona. Non si hanno tuttavia notizie in merito ad eventuali vittime. Lo hanno annunciato i media locali.
Allo stesso tempo Israele sta portando avanti una pesante offensiva militare. Tramite gli attacchi aerei sono stati centrati 600 obiettivi, tra cui alcuni grattacieli che ospitano le strutture organizzative palestinesi. Nella notte sarebbe stata colpita anche l’abitazione di Iyad Tayyeb, uno dei comandanti militari. Colpito anche un tunnel che si trovava sotto una scuola. Ad avere la peggio a fronte dei raid, tuttavia, sono stati più che altro i civili. Le vittime, secondo il bilancio del Ministero della Salute di Gaza, attualmente sono 67, di cui 17 bambini e 6 donne.
Quest’oggi le forze armate di Israele presenteranno allo Stato maggiore il piano di invasione da terra della Striscia di Gaza. La tregua sembra essere dunque molto lontana. Le autorità israeliane, anche per questa ragione, hanno annunciato che tutti i voli commerciali il cui arrivo è in programma all’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv verranno deviati a sud, sull’aeroporto Ramon di Eila, per motivi di sicurezza.
Il comando meridionale delle forze armate israeliane presenterà quest’oggi al comando generale dell’esercito un piano per l’invasione da terra della Striscia di Gaza. La Divisione Gaza e il Comando Sud dell’Idf si sono occupati di prepararlo. Le truppe – composte dai militari della Brigata Paracadutisti, della Brigata di Fanteria Golani e della 7a Brigata Corazzata – sono già pronte al confine. La decisione definitiva in merito al da farsi, tuttavia, spetta al Governo.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha condannato la violenza, incontrollata dalla Polizia, nelle città. “Nulla giustifica gli ebrei che attaccano gli arabi o gli arabi che attaccano gli ebrei“, ha sottolineato. È per questa ragione che ha promesso di ristabilire l’ordine. “Non mi importa che il tuo sangue stia bollendo. Non puoi prendere la legge nelle tue mani“. Questo l’appello ai cittadini. Il Premier israeliano, inoltre, avrebbe avuto nelle scorse ore un colloquio con il presidente americano Joe Biden. In base alle indiscrezioni che filtrano dalla Casa Bianca quest’ultimo avrebbe espresso il proprio sostegno a Israele, sostenendo che quest’ultimo ha il diritto legittimo di difendersi dagli attacchi.
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L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha fissato per venerdì 15 maggio una terza riunione del Consiglio di Sicurezza per chiarire la propria posizione sul conflitto israelo-palestinese. Essa è stata richiesta da Tunisia, Norvegia e Cina e, secondo fonti istituzionali, si svolgerà in pubblico. Dovrebbero essere presenti anche Israele e Palestina. Le prime due riunioni si erano sostanzialmente concluse con un nulla di fatto. Gli Stati Uniti, infatti, avevano espresso la propria contrarietà a una dichiarazione congiunta volta a imporre lo stop agli scontri, ritenendola “controproducente” in questo momento.
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