Il segnale di discontinuità non arriva solo nei confronti del governo Conte bis, ma anche rispetto alle abitudini della politica italiana.
Un enorme segnale di discontinuità. Così è stata definita la nomina dell’ambasciatore Elisabetta Belloni come nuovo direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis). Lo hanno detto fonti della Lega, collegando il concetto di discontinuità al cambio di esecutivo: dal Conte bis al governo Draghi. La svolta ai vertici del Dis rappresenterebbe “l’ennesimo segnale di discontinuità rispetto alle scelte di Conte e dei cinquestelle”, secondo esponenti del Carroccio. E questo non solo perché è la prima donna a ricoprire tale incarico. Ma anche perché interrompe in anticipo il mandato dell’uomo scelto proprio dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Gennaro Vecchione, nominato nel novembre del 2018.
Ma Belloni non è soltanto un segnale di discontinuità nei confronti del governo Conte bis. Lo è anche nei confronti della politica in generale. L’ex direttore Vecchione era infatti un prefetto. Un ruolo ben diverso da quello di diplomatica ricoperto finora dalla nuova numero uno del Dis. Belloni inoltre può essere considerata la donna dei primati, dal momento che lascia l’incarico di segretario generale della Farnesina. Anche in quello, è stata la prima donna a ricoprire tale ruolo.
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Ed è solo l’ultimo degli incarichi di alta responsabilità che le sono stati affidati: dal novembre 2004 al giugno 2008 ha diretto l’Unità di Crisi della Farnesina, poi ha rivestito il ruolo di direttrice generale della cooperazione allo sviluppo fino al 2013 e successivamente è stata direttrice generale per le risorse e l’innovazione. Nel febbraio del 2014 è diventata ambasciatrice di grado e, a partire da giugno 2015, è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
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Oltre alle parole delle fonti del Carroccio, parole di felicitazioni sono arrivate anche da altri esponenti della politica. Dal leader di Italia viva Matteo Renzi, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, passando per i dem Enrico Borghi e Debora Serracchiani. Non sono mancate le parole di auguri anche da parte del capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, che però ci ha tenuto a sottolineare anche un altro aspetto. “L’odierno cambio al vertice del Dis – ha dichiarato in una nota – avviene in un periodo delicato e di tensioni dispetto al ruolo della presidenza del Copasir“. E ha aggiunto ancora: “Tensioni legate al fatto che oggi ci troviamo di fronte a una anomalia. Il ruolo di presidente del Copasir è strategico e se la legge ha indicato che deve essere assegnato a un membro delle opposizioni il fatto non è casuale, ma nasce da una precisa ragione”.
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