Gioele investito da un’auto muore 5 giorni dopo: il dolore del padre. Una lenta agonia per il piccolo che aveva solo 7 anni
Il piccolo Gioele stava facendo una passeggiata sul marciapiede con madre e sorellina quando un’auto lo ha investito.«Gioele è volato in cielo», così scrive il padre agli amici più cari dopo cinque, lunghi giorni di agonia. Il piccolo, che aveva solo 7 anni, è morto giovedì scorso investito in via Alpini a Merate. Si trovava con la madre e la sorella di 12 anni, si tenevano per mano. Un’auto li ha presi alle spalle mentre camminavano sul marciapiede, non si sono resi conto di nulla. Improvvisamente il buio e il volo di parecchi metri, lo zainetto del bimbo sull’asfalto.
Adesso va ad aggravarsi la posizione dell’automobilista che guidava la Fiat Punto che li ha travolti. L’uomo, 38 anni, pakistano, è accusato di omicidio stradale. Gli agenti della polizia locale che hanno portato avanti le indagini sembrano sicuri: il 38enne avrebbe sbandato improvvisamente, probabilmente distratto a causa del cellulare (sequestratogli), e avrebbe così investito la mamma e i due bambini. La sua versione è risultata con diverse lacune e poco credibile, i rilievi hanno poi confermato. «Non sono stato io, un’auto scura mi ha speronato. Poi non ho visto più nulla, mi sono fermato, sono tornato indietro: solo allora mi sono accorto che tre persone erano rimaste ferite», ha detto a vigili e carabinieri, e anche al padre del bambino arrivato dopo sul posto dove è avvenuto l’incidente. «Ci ho creduto, mi ha preso in giro», si è sfogato il papà.
L’ipotesi dell’auto pirata è durata poco. Non vi sarebbero infatti prove della presenza di altre auto sul luogo dello schianto, tutti gli indizi portano all’utilitaria guidata dal 38enne pakistano. L’uomo non era in stato di ebbrezza, era in regola col permesso di soggiorno, ed è stato il primo a lanciare l’allarme e chiamare aiuto. È però anche l’unico testimone a dire che c’era un’auto scura in fuga, probabilmente frutto della sua fantasia. «So che gli agenti stanno ancora visionando le immagini delle telecamere, spetterà alla Procura di Lecco decidere se predisporre ulteriori accertamenti o adottare provvedimenti più restrittivi nei confronti dell’automobilista al momento denunciato. Qualsiasi cosa accada non ci restituirà Gioele. Abbiamo sperato fino all’ultimo in un miracolo, non è accaduto», commenta il sindaco di Merate, Massimo Panzeri.
Leggi anche:—>Covid, esperti indipendenti Oms: «Pandemia si poteva evitare»
Per molti giorni la comunità è stata vicina al padre di Gioele, Massimiliano, alla madre Jenny e alla sorellina Giorgia. Madre e figlia sono state dimesse quasi subito dall’ospedale, mentre Gioele è stato ricoverato a Bergamo e sottoposto a intervento chirurgico per cercare di ridurre l’ematoma al capo. Purtroppo, però, non ha mai ripreso conoscenza dopo l’incidente. «Abbiamo creduto fino alla fine che Gioele potesse riaprire gli occhi, tornare da noi. Una tragedia assurda», commenta Giovanna De Capitani, sindaco di Cernusco Lombardone.