Il broker, irreperibile dal 12 aprile scorso, è stato arrestato a Londra. Le indagini hanno rilevato anche l’emissione di false fatture.
Gianluigi Torzi, il broker indagato dalla magistratura del Vaticano, è stato arrestato a Londra. Torzi che è risultato irreperibile dal 12 aprile scorso quando venne emessa una ordinanza di custodia cautelare. Il broker venne accusato di emettere e annotare fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio.
A condurre le indagini il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. Indagini che sono scattate dopo che il Promotore di Giustizia Vaticano ha avanzato una richiesta di assistenza giudiziaria. La Procura di Roma, tenendo conto di questo, ha avuto modo di notare che una parte dei 15 milioni è stata bonificata a due società inglesi. Una parte della cifra è stata utilizzata per risanare un debito di 670.000 euro di altre due aziende. E, per concludere, per acquistare azioni di società quotate in borsa. L’importo, in questo caso, è di oltre 4,5 milioni di euro. Ciò gli ha permesso di guadagnare oltre 750.000 euro.
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Le indagini, inoltre, hanno permesso di risalire a delle fatture false che Gianluigi Torzi avrebbe realizzato in collaborazione con persone anch’esse indagate. Le fatture sarebbero state emesse senza alcuna giustificazione commerciale e con l’unico scopo di frodare il fisco. Suddette indagini e false fatturazioni non sono collegate all’operazione immobiliare con sede Londra.
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