L’attentato a Wojtyla: il fotografo personale, ‘gli spari e il Papa si accasciò davanti a me’

Arturo Mari, il fotografo personale di Wojtyla, ritorna al 13 maggio del 1981, quando ci fu l’attentato al Papa.

Un’immagine di archivio mostra papa Giovanni Paolo II, ferito in piazza San Pietro, sorretto dai collaboratori, qualche istante dopo l’attentato il 13 maggio 1981. ANSA

“Quattro colpi di pistola in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II si accascia davanti a me. Io stavo a cinquanta centimetri da lui. Tutto è accaduto in un attimo”. Le parole di Arturo Mari, fotografo personale di Wojtyla che ritorna al 13 maggio del 1981, quando ci fu l’attentato al Papa. A sparare fu Mehmet Alì Agca. Mari, come accadeva in tutte le udienze generali, stava a mezzo metro dal Papa. “Tutto è avvenuto in una frazione di secondo – racconta il fotografo ad Adnkronos –  Ricordo tutto come fosse oggi: la concitazione, l’assenza di lettiga, di ambulanza, in piazza San Pietro non c’era nulla di tutto ciò. Ho davanti agli occhi l’immagine di Giovanni Paolo II che crolla davanti a me”.

L’attentato a Wojtyla – Meteoweek

Arturo Mari è a pochi centimetri di distanza da Wojtyla ma mantiene i nervi saldi: “Io non mi sono accorto di Alì Agca, non l’ho visto – ha raccontato – Dalle foto si vede che lui stava ad una distanza di almeno cinque metri. La concitazione era massima, solo dopo si realizzò quello che era accaduto”.

“Arturo siamo vivi, la Madonna ci ha salvato”

Papa Giovanni Paolo II e Arturo Mari – Meteoweek

A distanza di pochi giorni dall’intervento chirurgico delicatissimo nel corso del quale i chirurghi del Gemelli confezionarono una colostomia con la resezione di 55 centimetri della parte superiore dell’intestino crasso, Arturo Mari fu tra i pochissimi ad essere ammessi tra i visitatori del Pontefice: “Appena varcai la porta Wojtyla mi disse: ‘Vedi Arturo siamo vivi, la Madonna ci ha salvato. Anche io ho sempre pensato che la Madonna ci aveva messo le mani”.

Papa Giovanni Paolo II e Mehmet Alì Agca, l’attentatore – Meteoweek

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Mari ricorda poi come in quei giorni al Gemelli si fosse scatenando il finimondo tra operatori e fotografi: “Feci presente al Segretario di Stato Casaroli che stavano accadendo cose iperboliche tra fotografi e operatori. Un fotografo addirittura, nel tentativo di immortalare Wojtyla nella stanza d’ospedale, cadde dal tetto dell’ospedale e finì nel balconcino che stava sotto. Da lì nacque poi il mio scatto che immortalava il Papa convalescente che tutto il mondo ha potuto vedere. Indimenticabile quella foto nella quale si vede un Wojtyla sereno: il ritratto di un uomo dalla fede incrollabile”.

Papa Giovanni Paolo II convalescente all’Ospedale Gemelli – Meteoweek
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