Se per Pd e M5s è stato complesso trovare un candidato sindaco per le prossime elezioni a Roma, per il centrodestra sta diventando davvero difficile. La differenza è una ma sostanziale: l’asse Pd-M5s è stato destabilizzato da interessi contrastanti, ma all’interno di una coalizione ancora ai primi passi; il centrodestra invece sta dimostrando tutta la fragilità di una coalizione di lungo corso.
Negli ultimi giorni si è andato sempre più definendo il quadro politico che incornicia le elezioni amministrative a Roma. Pd e M5s presenteranno due candidati separati (Gualtieri e Raggi), dopo una lunga interlocuzione che ha rischiato di incrinare l’asse appena nato. La nuova coalizione ha rischiato di saltare proprio sul primo banco di prova, e il peggio non sembra alle spalle. Per le elezioni a Roma il Pd ha infine deciso di presentare l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, pronto a presentarsi alle primarie accantonando l’ipotesi Nicola Zingaretti probabilmente per motivazioni di carattere strategico: l’intesa regionale Pd-M5s sta proseguendo, e in qualche modo proporre il nome di Zingaretti nella Capitale avrebbe rischiato di incrinare i rapporti. Lo hanno ribadito anche le due assessore M5s nella giunta regionale, Roberta Lombardi e Valentina Corrado, affermando: “E’ innegabile il forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale“.
Ma se per M5s e Pd il percorso è stato travagliato, la situazione si complica ancora di più se si getta uno sguardo nel centrodestra. Proprio qualche giorno fa, infatti, Guido Bertolaso avrebbe confermato di non volersi candidare con il centrodestra a Roma. In coalizione i nervi sono tesi, anche perché contestualmente anche l’ipotetico candidato sindaco di Milano, Gabriele Albertini, avrebbe fatto sapere di non voler partecipare alle amministrative. Cosa accade?
Difficile capire con esattezza cosa stia accadendo nel centrodestra, ma un’idea possiamo farcela. L’ex capo della Protezione civile avrebbe ribadito su Facebook: “Leggo sui giornali questa mattina di virgolettati che non mi appartengono. Sono stato chiaro e l’ho ripetuto in tutti i modi. Io non mi candido. Se ne facciano tutti una ragione”. Una posizione netta, che Bertolaso avrebbe ribadito anche durante l’incontro con Matteo Salvini avvenuto nella giornata di ieri, in cui avrebbe anche esplicato le ragioni del suo rifiuto. Eppure, il pressing sembra continuare, anche attraverso le parole di esponenti di Forza Italia, come Antonio Tajani, che su Radio Rtl102.5 avrebbe affermato: “Noi siamo favorevoli a Bertolaso per Roma e mi auguro che ci ripensi‘‘. Ma sarà necessario attendere la prossima settimana per capire che evoluzione prenderà l’intera vicenda per il centrodestra: è fortemente atteso, infatti, il vertice dei leader della coalizione per ”iniziare a parlare dei candidati sindaci nelle grandi città”.
“Sono mesi che cerco di costruire e unire il centrodestra in vista delle amministrative. A Roma e Milano avevamo i candidati giusti: Guido Bertolaso e Gabriele Albertini, ma altri hanno detto “no” per settimane e mesi e loro hanno perso la pazienza“, aveva commentato Matteo Salvini all’alba dei due ritiri (di Albertini e Bertolaso). Il leader del Carroccio ha rimproverato il centrodestra e ha fatto la voce grossa: basta con i veti. Dall’altro lato, però, Fratelli d’Italia non si lascia intimidire. Lo stesso Ignazio La Russa invocava: “Salvini convochi un tavolo, lo chiediamo dal primo giorno ma non ci ascoltano”. Stando a quanto riportato dal Corriere, dopo il rischio rottura sarebbe arrivato l’atto di pace: venerdì mattina Giorgia Meloni avrebbe scritto a Matteo Salvini: da parte di Fratelli d’Italia non ci sono e non ci saranno “veti incomprensibili a soluzioni inutili“. Insomma, Lega e Fratelli d’Italia hanno bisogno di chiarirsi sulle amministrative, e sembrerebbe che fino ad ora i diversi attriti abbiano rallentato la scelta di un candidato comune. Forse – è lecito pensarlo – le tensioni tra i due partiti potrebbero aver indotto anche i due candidati a Roma e Milano a ripensarci.
Tant’è che – stando a quanto riportato dal Corriere – Salvini avrebbe tentato ogni via per convincere Bertolaso a rimanere. “Se ti arrivasse una dichiarazione firmata di proprio pugno dai tre leader del centrodestra, in cui ti chiediamo di scendere in campo e ti diamo ampio margine di movimento su tutto, torneresti sui tuoi passi?”, avrebbe chiesto durante il loro incontro privato. Insomma, il leader del Carroccio vorrebbe promettere una unità totale sul nome di Bertolaso, con tanto di bollinatura notarile. Anche di fronte a questo impegno “solenne”, Bertolaso avrebbe ribadito il proprio no, per poi incalzare, stando al Corriere: “Dimmi un po’, Matteo, ma questa follia di sospendere i contratti ad AstraZeneca l’ha presa Bruxelles da sola o c’entrano anche gli Stati membri?”. In breve, sulla questione amministrative il centrodestra sembra ormai in forte difficoltà, tanto che è stato anche chiesto se il centrodestra sia disponibile ad appoggiare eventualmente la candidatura di Calenda. Una domanda alla quale Salvini ha risposto ironicamente: “Un candidato della sinistra? Tutto è possibile, anche che gli alieni sbarchino stanotte sulla terra“. Allora si torna a parlare di Maurizio Gasparri, che però al momento scansa ogni ipotesi: “Mi tirano in ballo sempre, per anzianità di servizio. È quasi scontato che sia così, era successo anche per la Regione Lazio. Ma al momento non c’è nulla di nulla”.
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