È guerra ai Golden Globe: ecco le pesanti accuse all’Hollywood Foreign Press Association, gli organizzatori dell’evento.
Il Golden Globe Award è al centro di una bufera mediatica senza precedenti. Questa volta non si tratta di stilisti sconvolti per come le celebrity si sono presentate alla cerimonia, né di fan infuriati perché la loro star del cuore non si è aggiudicata il premio. La questione è ben più grave e ha a che fare con il carattere retrogrado e discriminatorio dell’intero sistema che sta dietro questo celebre evento.
A proposito di Golden Globe
Partiamo dal presupposto che il premio Golden Globe (Golden Globe Award), è un riconoscimento statunitense assegnato annualmente ai migliori film e ai programmi televisivi della stagione. Insieme al premio Oscar (per il cinema) e al premio Emmy (per la televisione), è il maggiore riconoscimento nel settore cinematografico e televisivo. La consegna dei Golden Globe avviene solitamente con poco meno di due mesi di anticipo rispetto a quella degli Oscar, dei quali ha così quasi una funzione anticipatrice.
La storia del Golden Globe
Nato come riconoscimento cinematografico (1944) ed esteso in seguito (1955) anche ai programmi televisivi, è suddiviso in venticinque categorie: quattordici per il cinema e undici per la televisione. Ma chi decide a chi assegnare il premio? Tutto è affidato a una giuria di circa novanta giornalisti della stampa estera iscritti all’HFPA (Hollywood Foreign Press Association). Il trofeo, che ha la forma di un globo d’oro circondato da una pellicola cinematografica e poggiato su un piedistallo, dovrebbe essere il simbolo dell’internazionalità, come caratteristica fondamentale della competizione. Peccato che le cose non sembrano stare proprio così.
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Una giuria che pecca di razzismo
Gli organizzatori dell’evento, ovvero i rappresentanti dell’HFPA, sono stati accusati di mancanza di pluralismo nella composizione della giuria e di funzionamento piuttosto oscuro. Un esempio fra tutti, il fatto che non sono presenti persone di colore tra gli 87 membri della giuria (giornalisti e fotografi della stampa straniera).
Le riforme proposte dall’HFPA
Per rimediare, l’Hollywood Foreign Press Association nei giorni scorsi ha annunciato il lancio di un pacchetto di riforme volte a rendere l’organizzazione più inclusiva, con l’ampliamento dei suoi membri, l’indicazione per il reclutamento di componenti neri nella giuria e l’assunzione di consulenti per la diversità. Ma di certo non basterà questo a placare le critiche mosse alle menti dietro il Golden Globe, dal momento che dietro c’è ben altro.
HFPA tra sessismo e molestie
Tra le altre accuse mosse all’HFPA, compaiono anche quelle in merito a pratiche discriminatorie e comportamenti eticamente discutibili, come l’accettazione di regali dalle produzioni cinematografiche da parte dei giurati. A far esplodere il caso sono state le testimonianze dei divi di Hollywood, prima fra tutti Scarlett Johansson che ha sostenuto di aver ricevuto «domande e osservazioni sessiste da parte di alcuni membri dell’Hfpa che rasentavano le molestie sessuali».
La risposta delle star del cinema
L’attrice non è stata l’unica a scagliarsi contro l’HFPA. Mark Ruffalo si è unito alla protesta, e ha dichiarato «Onestamente, come recente vincitore di un Golden Globe, non posso sentirmi orgoglioso o felice di essere destinatario di questo premio». Per non parlare di Tom Cruise, che ha deciso di restituire i tre premi vinti nel corso della carriera.
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La decisione di Netlfix, Amazon e NBC
I colossi Netflix e Amazon hanno annunciato che smetteranno di avere rapporti con l’Hollywood Foreign Press Association fino a quando non andrà oltre con i piani di riforma, mentre l’emittente americana NBC non trasmetterà, come da tradizione, la cerimonia di consegna dei Golden Globes prevista per il prossimo anno.