Il segretario generale della Siap (il Sindacato italiano Appartenenti Polizia), Tiani ha parlato delle polemiche strumentali sul coprifuoco.
Le polemiche riguardo il coprifuoco non si fermano. Arriva la replica irritata all’Adnkronos del segretario della Siap Giuseppe Tiani. “Siamo stanchi delle reiterate sottolineature per i mancati controlli da parte delle forze di polizia per gli assembramenti spontanei specie nelle grandi città. Ciò detto, respingiamo al mittente le inutili, strumentali e nocive polemiche sul ruolo delle forze dell’ordine in tema di controlli per assembramenti anti-covid“. Il problema sarebbe alla base. “Va chiarito in via preliminare che il quadro normativo in tema sanzionatorio, non solo non fornisce strumenti normativi adeguati agli operatori delle forze di polizia ma in molti casi il dettato normativo è poco chiaro se non equivoco.”
Questo secondo Tiani crea “Non pochi problemi agli operatori di polizia e alle autorità provinciali di pubblica sicurezza Prefetti e Questori, ognuno per la parte di competenza. Inoltre è importante sottolineare come nel corso degli ultimi 15 anni sia cambiato il ruolo e la funzione dei vigili urbani trasformati in Polizia Locale cui compete l’onere dei controlli degli esercizi commerciali anche per il rispetto delle norme anti covid, come appunto il coprifuoco alle 22″. Inoltre, sottolinea Tiani: “Va detto che a fronte di un nuovo modello ordinamentale delle polizie locali, non si è stati conseguenti con i livelli di equipaggiamento e formazione degli stessi, un vulnus che certamente in questa fase non aiuta.” In questo periodo di emergenza, dunque, lo Stato non si è attrezzato in modo appropriato per fronteggiare queste nuove esigenze.
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“E mi risulta che i colleghi della polizia locale in molte città italiane terminano il servizio alle 20. Serve quindi, una gestione e una organizzazione del lavoro diversa, che, sia adeguata, alle nuove esigenze. Alle polizie nazionali spetta la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza pubblica dei cittadini nelle città e nelle province. Anche attraverso le diverse specialità della polizia stradale, ferroviaria, di frontiera“.
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Infine, conclude: “Le polemiche sui mancati interventi delle forze di polizia arrivano puntualmente da chi non conosce la complessità del nostro lavoro. Le ricadute che possono avere scelte operative che, potrebbero essere percepite come autoritarie. Considerato tra l’altro che non sempre la polizia può intervenire in maniera coattiva. Sia per l’evidente sproporzione delle forze in campo tra centinaia di persone assembrate e 4 o 5 operatori, sia per valutazioni di opportunità, in quanto gli interventi coattivi considerato il clima sociale e le tensioni che lo attraversano farebbero scatenare una reazione di violenze a catena assolutamente inopportune”.
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