“Non è stata una decisione facile da prendere perché far bene il sindaco di Roma è un’impresa da far tremare le vene ai polsi. Ma dopo una lunga riflessione ho deciso di accettare perché penso di poter aiutare la mia città“, ribadisce Roberto Gualtieri a La Repubblica, in qualità di nuovo candidato Pd alle primarie del centrosinistra a Roma. In ballo c’è l’alleanza con il M5s, che aveva già ribadito: candidare Zingaretti alle primarie sarebbe stato un paradosso.
“Mi metto a disposizione di Roma, con umiltà e orgoglio. Partecipo alle primarie del 20 giugno. Costruiamo insieme il futuro della nostra città: io ci sono!“. Ha esordito così l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che su Twitter annuncia la sua partecipazione ufficiale alle primarie Pd per individuare il candidato sindaco della città di Roma. “Non è stata una decisione facile da prendere perché far bene il sindaco di Roma è un’impresa da far tremare le vene ai polsi, un’enorme responsabilità, e presuppone un impegno continuo, senza sosta. Ma dopo una lunga riflessione ho deciso di accettare perché penso di poter aiutare la mia città a vincere la sfida del rilancio, della buona amministrazione e dello sviluppo equo e sostenibile: una sfida che non riguarda solo i cittadini romani ma tutto il Paese. Perché se non riparte Roma non riparte l’Italia“, ha ribadito Gualtieri su la Repubblica. Già, dell’ipotesi si parla da tempo ma non è stata una decisione facile anche perché in ballo ormai non ci sono solo le dinamiche interne del Pd, ma anche le dinamiche di eventuale coalizione con il M5s, che le sue pressioni sembra averle fatte. Così ora il Pd presenta un nome frutto di intermediazioni e compromessi – interni ed esterni – nella speranza che rispecchi anche la volontà dei cittadini. Ma questo, per il Pd, è ormai un fattore secondario.
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E infatti, a proposito di equilibri interni, è lo stesso Gualtieri a ribadire di aver sentito costantemente l’ex segretario e attuale presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti prima di esporsi in maniera ufficiale. “La sua sarebbe stata una candidatura forte, di peso, ma ha alla fine ha prevalso il grande rispetto delle istituzioni che lo ha sempre contraddistinto. Io affronto questo impegno con umiltà, ma anche con la convinzione di poter dare molto a Roma”. In che senso una candidatura forte non sarebbe conciliabile con il “rispetto delle istituzioni“? Il pensiero sembra andare a un fragile equilibrio che, con una eventuale candidatura di Zingaretti, potrebbe rompersi. Effettivamente, la condizione posta dal governatore per la corsa al Campidoglio stava proprio nella conservazione dell’asse Pd-M5s in regione. Il Movimento 5 stelle, stando a quanto riportato dall’Ansa, non ha assicurato in alcun modo la tenuta dell’asse, minacciando l’apertura di una crisi. Alla fine, di fronte all’impossibilità di trovare una sintesi, Giuseppe Conte avrebbe affermato: “Virginia Raggi è un ottimo candidato. Ci auguriamo che la decisione del Pd non metta in discussione il lavoro comune che da qualche mese è stato avviato a livello di governo regionale“. Insomma, Conte avrebbe auspicato – tra le righe – che Zingaretti mantenga il suo mandato in scadenza nel 2023, evitando la corsa a sindaco di Roma.
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A togliere ogni dubbio, le due assessore M5s nella giunta regionale, Roberta Lombardi e Valentina Corrado: “E’ innegabile il forte imbarazzo che una eventuale candidatura di Nicola Zingaretti per le comunali di Roma porterebbe nella neonata alleanza regionale. La situazione che si verrebbe a creare (uniti in Regione e avversari a Roma con Zingaretti come candidato e presidente) sfiorerebbe il paradosso“. Insomma, il M5s si è augurato che le scelte Pd su Roma “non contemplino soluzioni che avrebbero, inevitabilmente, ripercussioni sulla tenuta dell’attuale maggioranza regionale e su scenari di future alleanze nel Lazio”. Venute meno le condizioni per la corsa di Zingaretti, Gualtieri si è fatto avanti. E ora lo stesso Gualtieri tiene – almeno apparentemente – i toni da campagna elettorale, da sfidante del candidato M5s: “Raggi non è stata all’altezza e non ha saputo interrompere il declino della città. Credo sia evidente a tutti che Roma merita di più e deve voltare pagina. Non esiste un rilancio di Roma senza una profonda rigenerazione delle sue periferie, che richiede risorse, investimenti, visione“.
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All’annuncio delle intenzioni di Gualtieri, è scattato il sostegno del segretario Pd Enrico Letta, che da fonti vicine viene definito anche “consapevole delle difficoltà del Movimento“. Ad alzare i toni è sicuramente Carlo Calenda, da tempo “in gara”, che su Twitter scrive: “Il candidato del Pd a Roma lo hanno scelto sostanzialmente i 5S, con il sostegno di Conte alla Raggi e minacciando di far cadere la regione in caso di candidatura di Zingaretti. Alleati sinceri e affidabili. Benvenuto a @gualtierieurope. Dopo le primarie ci confronteremo“. Insomma, Pd e M5s sono nemici o amici? Probabilmente, devono ancora capirlo anche loro.
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