Natale Giunta, chef siciliano di grande qualità e noto anche per la sua partecipazione alla trasmissione di Rai Uno “La prova del Cuoco”, in questo anno si è fatto portavoce delle difficoltà enormi subite dal settore della ristorazione. E ne ha parlato con Meteoweek.
Chef di fama nazionale ed internazionale, volto noto televisivo, Natale Giunta è da anni uno dei simboli della ristorazione di qualità italiana e siciliana in particolare. In questo anno abbondante di pandemia, che è costato molto caro anche e forse sopratutto – in termini economici – al comparto della ristorazione, Giunta si è spesso fatto portavoce delle istanze provenienti da tutto il suo settore, non avendo timore di metterci la faccia e facendosi anche promotore di proteste e suggerimenti alle istituzioni. Intervistato dalla nostra Marianna Gaito, ha fatto un pò il punto di quello che è successo dall’inizio della pandemia a tanti ristoratori in Italia, proponendo anche delle soluzioni più efficaci per il futuro. “Durante questo anno abbiamo registrato molti, troppi disagi” spiega lo chef Giunta. “La nostra categoria è stata messa in ginocchio: ma dopo più di un anno dall’inizio della pandemia di Covid non è normale essere ancora in difficoltà”, aggiunge.
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La ricostruzione che Natale Giunta rappresenta è quasi drammatica: “Un anno trascorso senza regole, senza certezze, senza un protocollo di sicurezza, senza aperture mirate. Un anno passato come se fossimo bendati ed azzoppati. Il contributo economico arrivato dallo Stato non è stato nemmeno irrisorio. E’ totalmente inefficace: perdite che arrivano al 100%, e ristori che coprono a malapena il 2%. Impossibile andare avanti così”, aggiunge lo chef. Che rincara la dose: “Assurdo trattare un comparto come quello della ristorazione in questo modo: all’interno c’è l’enogastronomia, la terra, i pescatori, c’è l’agroalimentare. Un mondo intero che merita delle soluzioni migliori”.
Anche perchè altre categorie, altri esercizi commerciali hanno ricevuto un trattamento diverso: “Credo che la prima esigenza fosse quella di bloccare la movida, gli assembramenti, impedire alla gente di andare per strada”, ragiona Natale Giunta. “Per fare questo però hanno bloccato un itero comparto produttivo. Anche perchè noi, come categoria, ci trasciniamo un problema non da poco. Parlo della questione del codice Ateco: abbiamo il codice in comune con i pub. Per provare ad impedire la movida, tipica di pub e locali frequentati in gran parte da giovani, hanno scelto di bloccare tutto il settore della ristorazione. Parliamo di un settore importante, di qualità. Ed ora non sappiamo dove andremo a finire”.
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A conclusione dell’intervista, abbiamo chiesto allo Chef Giunta quali, secondo lui avrebbero dovuto – e dovrebbero essere – le soluzioni più corrette al problema. Anche perchè l’apertura e la chiusura delle attività è ancora legata all’andamento del contagio, e purtroppo non è detto che si ritorni in fasi più complesse di quella che stiamo vivendo in questi giorni. Pronta la sua risposta: “Serve un protocollo serio. Che tenga conto dei metri quadrati e del numero dei coperti possibili. Se questo rapporto viene rispettato, non ci deve essere motivo per non aprire. Anche perchè” aggiunge “i numeri ci dicono che non sono per forza i ristoranti i luoghi di trasmissione del Covid. Nonostante le chiusure anche prolungate, le regioni sono state comunque e a lungo in zona rossa”. Nel video ad inizio articolo l’intervista a cura di Marianna Gaito.
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