Oggi saranno resi noti i nuovi colori delle regioni, che entreranno in vigore a partire da lunedì 10 maggio. L’Italia continuerà ad essere tinta di giallo, ma in qualche zona potrebbe nuovamente alzarsi il livello di allarme. Soltanto il Molise, attualmente, può sperare di diventare zona bianca. Tutto dipenderà dall’ultimo monitoraggio.
L’Italia, a partire da lunedì 10 maggio, potrebbe liberarsi delle zone rosse. Il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità arriverà quest’oggi e sarà decisivo per il cambio di colore delle regioni. La Penisola sembra destinata a continuare ad essere tinta di giallo, seppure con qualche tocco di arancione. L’unica regione a potere sperare di diventare zona bianca, attualmente, è il Molise, ma per il momento è soltanto una ipotesi. La volontà degli esperti, infatti, è quella di procedere con cautela. L’allentamento delle misure di restrizione dei giorni scorsi ha provocato «una lievissima risalita prevalentemente a carico di 7 Regioni», che però non sarà la causa di un dietrofront.
La situazione attuale, al momento, vede l’Italia con quindici regioni in zona gialla (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto), cinque in zona arancione (Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia e Sardegna) e soltanto una in zona rossa (Val d’Aosta).
Il quadro epidemiologico, come ha evidenziato la Fondazione Gimbe, è tuttavia in lenta risalita. L’indice Rt è adesso a 0,85 a livello nazionale, mentre era a 0,81 alla scorsa rilevazione. La notizia negativa è che si è registrato un aumento di nuovi casi di positività al Covid-19 nelle fasce di età 3-5 e 6-10 anni. È «verosimile conseguenza della ripresa delle attività scolastiche in presenza e della maggiore contagiosità della variante inglese». È sceso ancora, invece, il tasso di occupazione delle strutture sanitarie. Esso, secondo il report di Agenas, è attualmente al 28%. Fino a fine aprile era oltre la soglia critica, pari al 30%. Soltanto quattro regioni sono, in tal senso, in allerta: Lombardia, Marche, Toscana e Puglia.
L’Italia dovrebbe, a fronte dei dati relativi al monitoraggio in uscita quest’oggi, restare sostanzialmente tinta di giallo per quasi la sua totalità. Tutte le regioni, in vista della stagione calda, vorrebbero un allentamento delle misure di restrizione per tornare alla normalità. È tuttavia ancora prematuro un “liberi tutti”. I cambiamenti, dunque, avverranno con cautela.
Tra le regioni attualmente in zona arancione nessuna ha al momento la certezza di una nuova classificazione. L’unica in cui la situazione appare in netto miglioramento è la Basilicata. Essa che ha un’incidenza di 161 contagi settimanali su 100.000 abitanti, ma un Rt a cavallo dell’1. Il buon andamento della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 è un punto a suo favore. Ci spera anche la Puglia, in cui l’indice Rt è sotto l’1. Il tasso di occupazione delle strutture sanitarie, tuttavia, è ancora elevato, seppure in rapido calo. Lo stesso vale per la Calabria. La pressione sugli ospedali sta diminuendo, ma il numero di morti giornalieri è ancora preoccupante.
Si avviano verso un’altra settimana – probabilmente l’ultima – in arancione invece Sicilia e Sardegna. Anche in questo caso i dati hanno registrato dei lievi miglioramenti, ma il ritorno in zona gialla dovrebbe essere rinviato a lunedì 17 maggio. «Negli ultimi 14 giorni, tutti i principali indicatori sono in miglioramento, con un quadro generale compatibile con la fascia di rischio più bassa. Rimanere in arancione sarebbe paradossale», ha tuonato il governatore Christian Solinas. La situazione per le due isole resta però in bilico e il verdetto si avrà soltanto quest’oggi a seguito della firma dell’ordinanza del Ministro Roberto Speranza.
Due delle regioni attualmente in zona gialla, invece, temono nuovi cambi di colori in negativo. I dati sono in peggioramento infatti in Veneto ed in Campania. «L’Rt è salito a 0,95, a un passo dalla fascia arancione. È un dato che ci preoccupa e ci deve preoccupare». Lo ha spiegato la responsabile regionale veneta alla Sanità, Manuela Lanzarin. L’incidenza dei contagi e il tasso di occupazione degli ospedali, tuttavia, ancora non è allarmante. È per questa ragione che la regione potrebbe restare gialla per un’altra settimana. Non convincono anche i dati della regione governata da Vincenzo De Luca. L’indice Rt è di 1.08 e la situazione è preoccupante soprattutto nella zona di Napoli. L’occupazione dei posti letti in terapia intensiva e nei ricoveri ordinari, inoltre, è in aumento. La campagna di vaccinazione, tuttavia, procede bene.
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Un caso a sé è rappresentato dalla Valle d’Aosta, attualmente unica zona rossa in Italia. La regione potrebbe essere promossa in arancione dopo appena una settimana. Di norma i provvedimenti non consentono il cambio di classificazione prima dei quattordici giorni, ma in questo caso potrebbe essere concessa una eccezione. I dati dell’ultima settimana infatti indicano una netta riduzione nel numero di casi di positività – l’indice Rt è ben al di sotto della soglia di allerta – e nel tasso di occupazione degli ospedali. Il rischio potrebbe dunque passare da alto e moderato a partire da lunedì 10 maggio.
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Il Molise, infine, è l’unica regione che può augurarsi di diventare zona bianca. Nell’ultimo bollettino si è registrato infatti soltanto un decesso riconducibile al Covid-19, nonché 30 nuovi casi a fronte di 637 tamponi refertati e 3 nuovi ricoveri. In totale gli attuali positivi sono 527. Numeri che fanno ben sperare. Il timore, tuttavia, è che possa verificarsi un altro caso Sardegna. La prima regione a diventare priva di misure di restrizione, infatti, in poco tempo si è ritrovata ad essere zona rossa.
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