Sentenza storica della Cassazione, la quale afferma che confessare di amare un’altra persona non basta per lasciare il proprio coniuge.
Non essere più innamorati della propria moglie e provare un sentimento per un’altra persona, a quanto pare, non basta più per lasciare il tetto coniugale. A dirlo è la Corte Suprema di Cassazione per la quale un nuovo innamoramento non giustifica nulla. Per evitare addebiti e pesanti conseguenze come l’addebito per aver determinato la fine del matrimonio, bisogna avvisare il proprio avvocato. Quest’ultimo deve essere messo al corrente del fatto che la convivenza con il proprio coniuge sia diventata insostenibile dopo aver confessato di amare un’altra persona.
Ciò emerge dalla decisione della Cassazione di aver accolto il ricorso presentato da una moglie lasciata dal marito. Tra i due coniugi, racconta la donna, vi era una «perfetta unione materiale e spirituale», ma nel maggio del 2010, il marito le confessa di essersi innamorato di un’altra. «È la storia della mia vita, voglio separarmi» le avrebbe detto. Ma, a quanto pare, non è sufficiente.
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Dunque, lasciare il proprio coniuge affermando di essersi innamorati di un’altra persona integra «per legge, la violazione dell’obbligo di coabitazione». Violazione dalla quale non può «non conseguire l’addebito della separazione».
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