Prosegue la battaglia di Fedez a favore dei diritti civili e del Ddl Zan. Proseguono le polemiche sul video in cui Rai 3 dettava una “linea editoriale” che l’artista non ha accettato. E proseguono anche gli appelli del Papa per un superamento dell’attuale sistema capitalistico: “Preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo“. Ma come si è arrivati a far difendere le istanze di sinistra da influencer e religione?
Il mondo è stato capovolto da qualche divinità particolarmente ironica e silenziosa, è evidente. Altrimenti sarebbe impossibile spiegare il perché le vecchie istanze di sinistra siano ormai difese da influencer e religione. Dell’attivismo di Fedez in favore del Ddl Zan ormai sappiamo tutto: la legge è da tempo ferma in commissione in Senato, ostruzionismo che ha scatenato la mobilitazione dell’artista/influencer, il quale in diversi video si è schierato contro stagnazione della legge. Il video che ha fatto maggiore scalpore ha invaso social, media e politica, proprio in occasione del primo maggio: Fedez ha filmato una chiamata avvenuta con la dirigenza Rai 3 in vista del suo spettacolo per la festa dei lavoratori. Durante la chiamata la Rai gli avrebbe chiesto di tagliare alcuni passi considerati inammissibili (in cui, ad esempio, Fedez citava nomi di vari esponenti della Lega, riportandone alcune frasi omofobe). Il video della chiamata è stato postato in segno di protesta. Inoltre, durante il proprio intervento sul palco, Fedez ha deciso di pronunciare interamente il suo discorso, senza piegarsi alle richieste della Rai. Bene, si dirà. E’ solo l’ennesimo artista che si espone su temi di attualità, civiltà, politica. L'”attivismo” di Fedez potrebbe esser inteso in questo senso, ma c’è qualcosa che non torna. Ed è il silenzio del centrosinistra. Come al solito, il Pd non propone ma si accoda. Come al solito, quando il vento tira verso le istanze di sinistra, la sinistra cerca di alzare le vele. Per il resto del tempo, evita solo di affondare.
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Una sinistra troppo pacata
E’ vero che sulla questione sono giunte le parole del segretario del Pd Enrico Letta. Ma è anche vero che le parole veramente efficaci le hanno pronunciate i Ferragnez, degli influencer, e questo rappresenta un problema enorme. “Draghi si è presentato con un programma e la maggioranza di governo si è formata sulla base di quel programma. Poi in Parlamento ci sono discussioni su temi come quelli sui diritti, su cui io non ho nessuna intenzione di ammainare le nostre bandiere. Quando parlo di ddl Zan contro la omotransfobia e di Ius Soli, parlo di leggi che porterebbero il nostro Paese nel futuro e che ci toglierebbero dal Medioevo”, aveva detto a Dimartedì Enrico Letta, agli inizi di aprile. Ma al di là di qualche frase rilasciata durante le interviste, l’incisività del Pd è ben lontana da una reale mobilitazione a sostegno del progetto. Ci hanno dovuto pensare delle persone che, per lavoro, prestano la loro immagine per la promozione di brand. Solo che questa volta si tratta di temi civili. Ma di quelli dovrebbe occuparsi la politica. Così come il Pd dovrebbe parlare dell’ennesima morte su luogo di lavoro, quella di Luana D’Orazio. Ma ancora, da Andrea Orlando, Pd, ministro del Lavoro, tutto tace. Va bene. Il centrosinistra non vuole parlare di diritti civili, non vuole parlare di condizioni di lavoro, parlerà di capitalismo? Neanche per sogno.
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Il Papa contro il capitalismo
A parlare di capitalismo ci deve pensare il Papa, in un appello lanciato attraverso la Rete di preghiera mondiale in occasione dell’intenzione di preghiera di maggio: “Preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo“. E poi ancora: “Mentre l’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi – quanta gente è senza lavoro! – i mercati finanziari non sono mai stati così ipertrofici come sono ora. Quanto è lontano il mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone!“, denuncia Bergoglio. “La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. E pericolosa“. Il gioco è rischioso e dannoso soprattutto per i deboli, il bersaglio più in vista di un’economia squilibrato. “Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria. Speculazione. Voglio sottolineare questo termine. La finanza sia uno strumento di servizio, strumento per servire le persone e per prenderci cura della casa comune! Siamo ancora in tempo per avviare un processo di cambiamento globale per mettere in pratica un’economia diversa, più giusta, inclusiva, sostenibile, che non lasci indietro nessuno. Facciamolo!“, incita il Papa.
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Insomma, il mondo si è capovolto. La sinistra resta in silenzio mentre le sue argomentazioni economiche vengono raccolte inaspettatamente proprio dalla Chiesa (l’Italia è stata il Paese del famoso compromesso, ma c’era un altro tipo di collante). Sull’altro fronte, la sinistra tace e le battaglie sui diritti civili vengono raccolte proprio da influencer, la massima espressione del nuovo capitale digitale. Se perfino questi mondi, diversissimi dall’humus del centrosinistra, iniziano a parlare di alcune esigenze, possiamo solo immaginare quanto sia grande il bisogno di parlarne, e quanto sia pesante l’inerzia di chi dovrebbe occuparsene.