Ciro Grillo, altri dettagli dai verbali della ragazza:«Mi hanno costretta a 7 rapporti, mi chiamavano “cagna”»

Ciro Grillo, altri dettagli dai verbali della ragazza:«Mi hanno costretta a 7 rapporti, mi chiamavano “cagna”». Ecco cosa ha detto

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Nuovi dettagli emergono dai verbali di Silvia, la studentessa di Milano che accusa Ciro Grillo e tre suoi amici (Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria) di stupro di gruppo in una villetta a Cala di Volpe, in Sardegna, nell’estate 2019. «Mi tenevano ferma su un letto matrimoniale e mi hanno costretta a 6 o 7 rapporti», ha dichiarato la ragazza.

Silvia si trovava lì con la sorella di 15 anni. I genitori per lavoro si dividevano tra Milano e l’isola, per raggiungere le figlie durante il fine settimana. Da i verbali dell’interrogatorio pubblicati su “La Verità“, la 19enne italo-svedese ha raccontato a due marescialle dei carabinieri di Milano, 9 giorni dopo i fatti, e la sua deposizione è videoregistrata.

Tutto comincia con una serata al Billionaire dove Silvia si reca con una compagna di classe. Lì trascorre la serata con i suoi presunti stupratori fino alle 5 del mattino. Quando giunge l’ora di tornare al B&B, Silvia e l’amica non sarebbero riuscite a trovare «un taxi disponibile». Silvia spiega che «per questo i quattro ragazzi ci proponevano di fermarci a dormire a casa loro, dove ci recavamo in taxi tutti insieme».

Secondo quanto riporta “Il Giornale“, il gruppo giunge nella villetta e i sei (i quattro ragazzi, Silvia e l’amica) si siedono a un tavolo. «Abbiamo chiacchierato un po’, gli altri hanno bevuto e fumato sigarette, io non ho bevuto né fumato». La ragazza afferma di non ricordare «la presenza di sostanze stupefacenti». Silvia racconta che l’amica R. si era messa a cucinare un piatto di pasta e che Francesco le aveva chiesto di accompagnarlo in una stanza da letto per prendere delle coperte.

A questo punto, secondo Silvia, sarebbero cominciate le prime avances: «Dapprima mi ha baciato in bocca, ma io l’ ho fermato dicendo che non volevo. Lui mi ha detto che “voleva solo fare sesso”. Gli ho risposto di no e lui ha insistito dicendomi: “Cosa ti costa farmi solo un rapporto orale?”. Io gli ho detto ancora di no e gli ho chiesto di tornare di là insieme agli altri».

Francesco avrebbe insistito, sdraiandosi sopra di lei, ma la ragazza sarebbe «riuscita a respingerlo con le mani e a divincolarsi dalla presa». Poi la ragazza riesce a tornare di là dagli altri e a mangiare con loro. In seguito, «R. diceva di essere stanca e tornava in casa». Silvia invece resta fuori a chiacchierare con Vittorio ed Edoardo: «Non ricordo gli argomenti, ricordo che ridevamo e scherzavamo». Al momento di andare a dormire, Vittorio le presta una maglietta e dei pantaloncini della tuta. Ma i problemi per S. sarebbero cominciato proprio una volta in camera da letto.

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Secondo quanto ricostruito da Silvia, il primo a infilarsi nel suo letto sarebbe stato ancora Corsiglia: «Gli dicevo che non volevo fare nulla, ma lui mi afferrava per i capelli e mi spingeva sotto le coperte indirizzandomi la testa sul suo pene, nel frattempo mi diceva “cagna apri la bocca” e mi chiedeva di fargli sesso orale. Inizialmente cercavo di respingerlo, ma poi, visto che lui continuava a spingermi e a tenermi per i capelli […] cedevo».

Lo stupro sarebbe poi proseguito:«Mi toglieva i pantaloncini e le mutande, io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene». Dopo 5 o 10 minuti il ragazzo avrebbe smesso, salvo poi riprendere in bagno: «Mi ha spinto sotto la doccia, ha aperto l’ acqua, e mi ha spinto con la mano il viso contro la parete. Mi teneva con la mano il collo, tenendomi bloccata di spalle a lui e mi penetrava. Per due volte gli ho detto di smetterla, che era un animale, uno stronzo, ma lui ha continuato più forte, tirandomi i capelli e baciandomi sul collo».

Poi avrebbe smesso di nuovo:«Vabbé basta», e sarebbe andato a dormire. La ragazza, che sarebbe rimasta in bagno sola, racconta: «A quel punto sono scoppiata a piangere».  Edoardo e Vittorio le avrebbero chiesto perché piangesse, e lei non avrebbe detto nulla: «Mi sono girata di spalle perché non volevo guardarli in faccia, mi sono stretta l’ accappatoio addosso, sono uscita dal bagno e sono andata da R. che stava dormendo sul divano in salotto. Mi sono seduta per terra accanto a lei, l’ ho svegliata, inizialmente non riuscivo bene a parlare, mi chiedeva che cosa avevo e le dicevo “mi hanno violentata”. R. inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce; io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non mi diceva nulla. Io l’ ho presa e l’ ho fatta alzare dal divano e le ho detto di vestirsi per andare via».

S. si infila tuta e scarpe e sull’ uscio di una stanza vede l’amica: «Ho visto che ancora non si era cambiata i vestiti […] io mi sono diretta verso l’ uscita e lei mi ha seguito chiedendomi cosa fare, io ho proposto di chiamare un taxi per tornare a casa».Vittorio, però, le avrebbe convinte a restare: «Ci chiedeva di aspettare un po’ di tempo perché avendo bevuto, si davano il cambio». 

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Poi  R. torna in casa per rimettersi a dormire sul divano e con S. avrebbe cominciato a provarci Lauria. Nel gazebo la ragazza spiega perché stesse piangendo: «Dicevo che Francesco mi aveva fatto male e che loro non erano intervenuti». Erano le 9 del mattino. Sul tavolo è posata una bottiglia di vodka che avrebbe avuto un «odore strano» e a detta dei ragazzi è «impossibile da finire».

Vittorio a quel punto sarebbe balzato in piedi e sarebbe andato con il liquore verso Silvia: «Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l’ altra mi forzava a berla tutta. Sentivo che mi girava la testa dopo aver bevuto, non ricordo bene».

Secondo il presunto stupratore, invece, Silvia, per sfidare i ragazzi, avrebbe bevuto quel che restava del quarto di bottiglia tutto in una volta. A ogni modo, quando la ragazza inizia a sentire l’effetto dell’alcol, sarebbe  cominciata la gang bang, immortalata in un video trovato sui telefoni degli indagati.

I ragazzi avrebbero spogliato nuovamente la ragazza contro la sua volontà su un letto: «Vittorio mi spingeva il pene in bocca spingendomi la testa», gli altri invece la avrebbero fatta mettere in «posizione di quadrupede». «Uno di loro alle spalle iniziava a penetrarmi […] sentivo che si chiamavano per nome tra di loro e si dicevano “ora tocca a me, dai spostati” e sentivo che si davano il cambio».

Avrebbero avuto 6/7 rapporti. «Mentre uno mi penetrava, gli altri due mi stavano intorno, mi toccavano il seno, ricordo che uno di loro mi sbatteva il pene in erezione sulla schiena […]. Durante l’ atto mi colpivano con schiaffi forti alla schiena e alle natiche. Nel frattempo Vittorio continuava a tenermi per i capelli e mantenermi il suo pene in bocca. Poi a un certo punto mi ha tolto la mano dalla testa e ricordo che non ci vedevo più, mi girava la testa e continuavo a cadere in avanti. Ho visto nero, da quel momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza».

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Intorno alle 14:45, R. la sveglia e si rende conto di trovarsi in uno dei letti singoli, nuda, con una coperta ad avvolgerla. La ragazza racconterà tutto alla madre 9 giorni dopo, il 24 luglio, tornata a Milano. In caserma la ragazza racconta di non avere il numero dei suoi presunti stupratori né altri riferimenti se non la pagina Instagram del gruppo «official_mostri».

Le due marescialle chiedono se i ragazzi durante i rapporti sessuali abbiano fatto filmati o scattato foto e lei ribatte: «No, non li ho visti e non l’ho notato». In realtà nei telefoni degli indagati gli investigatori hanno trovato sia un video sia foto istantanee oscene.

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