La campagna vaccinale rappresenta la luce in fondo al tunnel di più di un anno di pandemia, ma il post-Covid durerà ancora a lungo.
Ora è ufficiale: il vaccino contro il Covid andrà ripetuto. Gli anticorpi non dureranno per sempre, avranno bisogno di continui richiami. L’idea era già stata presa in considerazione dagli scienziati di tutto il mondo, ma ora è arrivata la conferma dall’azienda del vaccino Moderna che, in uno studio dell’Università del Nuovo Galles pubblicato sul sito medrXiv, illustra le modalità di vaccinazione anti Covid nello stesso modo in cui funziona quella contro l’influenza stagionale. Come per la normale febbre, quindi, il vaccino dovrà essere ripetuto ogni anno. I richiami sono resi anche necessari dalla continua nascita delle varianti del coronavirus. Potrebbe comparirne una che supera la barriera dei vaccini attualmente in circolazione, e a quel punto il farmaco dovrebbe essere “aggiornato”.
Il post-Covid: come sarà?
Sebbene quindi la campagna vaccinale rappresenti effettivamente la luce in fondo al tunnel della pandemia, sembra che ci trascineremo dietro il post-Covid per diversi anni. La copertura garantita dai farmaci autorizzati in Italia e in Europa fino a questo momento arriva fino ai 7-8 mesi. Poi i pazienti tornano vulnerabili ai sintomi dell’infezione. È questo il lasso di tempo osservato fino ad oggi dalla ricerca. Lo ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. “Si sta valutando – ha detto l’esperto – la durata degli anticorpi. Ad oggi abbiamo solo informazioni che riguardano la protezione fino a sei o sette mesi. Si presume che ci sia una protezione da stabilire per i diversi vaccini e che oscilla tra i 9 e i 12 mesi. A quel punto potrebbe esserci la necessità di rinforzare la risposta immunitaria”.
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Gli anticorpi dei guariti durano di più?
Lo stesso discorso vale per chi sta contando, ora, sull’immunità acquisita dopo aver contratto la malattia. Anche gli anticorpi dei guariti sono destinati a sparire dopo una manciata di mesi. Ha infatti spiegato Pregliasco: “Stiamo osservando anche i soggetti guariti a sei mesi dalla guarigione e, in piccola percentuale, hanno una risposta anticorpale non permanente. Quindi sarà presumibilmente necessario procedere con un vaccino a distanza di tempo anche sui pazienti che hanno avuto la malattia”, ha detto il virologo. Insomma, i motivi per cui il farmaco anti Covid continuerà a far parte delle nostre vite per ancora molto tempo sono diversi. Tra i principali, ci sono le varianti in circolo. In particolare la sudafricana e la brasiliana. Per questo l’azienda produttrice del vaccino Moderna, sta studiando una vaccino aggiuntivo che possa essere considerato “multivalente”. In grado cioè di combinare insieme il vaccino “standard” con il richiamo per la variante del caso.
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Ma allora a cosa serve il vaccino per le persone giovani e sane?
Se una persona è giovane e sana, perché dovrebbe vaccinarsi ogni anno? La domanda sorge spontanea. E la risposta sta nell’immunità di gregge. Cioè il raggiungimento del 75 per cento della popolazione vaccinata per abbattere la circolazione del virus. In più il vaccino anti Covid diminuisce il rischio di ospedalizzazione, a cui sono soggetti anche le persone considerate “non a rischio Covid”. Il virus infatti non sarà sempre così pericoloso: anche se il vaccino esaurisce la sua capacità protettiva, lascia comunque un’impronta fondamentale per evitare la malattia in forma grave. Ha concluso Pregliasco: “Abituiamoci a pensare che avremo a che fare con il Covid come una presenza fissa negli anni e quindi serviranno campagne vaccinali mirate. Bisognerà certo stabilire con che ampiezza svilupparle in base anche alle composizioni delle nuove varianti. Possiamo sicuramente contare, in futuro, su una malattia comunque più blanda”.