“Se l’Italia è tornata in giallo, il merito non è solo di Salvini“, dichiara il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani. “Certo, Fi ha svolto un ruolo determinante. E anche buona parte del Pd spingeva per allentare le restrizioni”, aggiunge sottolineando che “si sarebbe potuto evitare senza quell’irrigidimento sul coprifuoco alle 22”. Tajani sostiene, infatti che se oggi l’Italia è quasi interamente gialla, il merito è di tutti: “Noi siamo stati i grandi fautori del governo di unità nazionale. Restiamo diversi dalle altre forze della maggioranza, ma crediamo non abbia senso introdurre elementi divisivi nella coalizione. Abbiamo criticato a lungo l’azione del ministro Speranza. Poi è arrivato Draghi e il cambio di passo si è visto, basti per tutti l’arrivo del generale Figliuolo. Detto ciò, se vuole sapere se a parer mio Speranza sia cambiato, le dico di no. Ci sono stati da parte sua atteggiamenti troppo rigidi, preconcetti sulle chiusure. Ma la nostra fiducia è riposta nel premier”.
“Salvini non romperà mai”, prosegue Tajani, “Ha preso un impegno e lo manterrà. Intende solo affermare la sua identità. Lo fa anche Letta, rilanciando questioni divisive come Ius soli e legge Zan. Abbiamo posto le basi per una collaborazione più stretta fra le forze del centrodestra di governo. Con Salvini ci incontreremo più spesso. Esattamente come accade fra Conte e Letta. Le altre ipotesi, come la federazione fra i gruppi del centrodestra, era un’idea di Meloni. Non più attuata”. E, sulla necessità di restare all’interno del Governo, aggiunge che “da fuori non si cambiano le cose. Senza Fi e Lega avremmo ancora Arcuri e Bruxelles avrebbe detto che il Recovery plan dell’Italia è inadeguato. Invece stiamo incidendo anche sul rilancio dell’economia. Vogliamo difendere le piccole imprese in crisi e batterci, questa è la novità, anche perché da questa crisi nascano nuove pmi, nuove start-up. I soldi non mancano”.
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Secondo il vicepresidente di Forza Italia i sondaggi non premiano soltanto Giorgia Meloni, ma “tutto il centrodestra. Un’indagine che abbiamo appena commissionato dice che Fi è in crescita e che c’è un ringiovanimento del nostro elettorato. Il mio appello a Fdi è a presentare candidati comuni alle amministrative. A Torino il nome di Damilano non è in discussione, Bertolaso a Roma l’abbiamo proposto noi. Albertini è già stato un eccellente sindaco, in Calabria c’è il nostro Occhiuto. Non credo che cambiare l’attuale legge elettorale sia una priorità – aggiunge – Puntiamo a costruire un centrodestra unito e aperto a forze civiche”.
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