Forniture dei vaccini anti-Covid, l’epidemiologa Salmaso sugli adempimenti di Pfizer-BioNTech: “Azienda che si è comportata meglio, rispetto scadenze e aumento produzione”. Ma serve vaccino italiano.
epidemiologa Salmaso sulle forniture di Pfizer – meteoweek.com
In Paesi come il Regno Unito, la campagna vaccinale continua a ritmi sostenuti, tanto che il governo ha deciso di allentare le misure anti-contagio e permettere così ai cittadini un primo assaggio di ritorno alla “normalità”. In Italia, invece, i centri vaccinali stanno continuando le somministrazioni delle dosi a ritmi irregolari e poco sinergici tra le Regioni, soprattutto a causa delle tempistiche delle forniture – le quali non vengono sempre rispettate. In questo caso, però, l’azienda Pfizer-BioNTech è l’unica che si è particolarmente contraddistinta per la precisione e affidabilità dei rifornimenti del siero anti-Covid. A dichiararlo è stata l’epidemiologa Stefania Salmaso, raggiunta dalle penne de La Repubblica.
Salmaso, puntare alla produzione italiana
Nel commentare il panorama della campagna vaccinale italiano, così come anche gli adempimenti delle aziende farmaceutiche impegnate nella fornitura delle dosi, Salmaso è stata chiarissima: Pfizer-BioNTech è stata finora “l’azienda che si è comportata meglio, ha tenuto fede a quanto promesso in fatto di forniture e anzi in certe occasioni le ha pure incrementate. Riguardo ai soldi, ora si dice non siano più un problema, visto quanto si risparmia usando meno le terapie intensive”.
Oltre agli elogi in merito al rispetto delle scadenze stabilite con l’Ue, l’epidemiologa ha inoltre sottolineato come il siero americano sia tra l’altro tra i più affidabili e sicuri al momento. “Pfizer ha dalla sua l’esperienza di Israele, cioè una intera nazione vaccinata solo con il suo prodotto. Come vaccino ha una copertura molto alta. Quelli a Rna messaggero, in generale, hanno avuto meno limitazioni d’uso. I prodotti che usano i vettori virali, di certo per un eccesso di cautela, sono invece stati oggetto di raccomandazione”.
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Importante, però, è anche definire un piano che permetta di puntare alla produzione italiana di un vaccino anti-Covid. Secondo quanto evidenziato dall’epidemiologa, infatti, “non si può andare al monopolio con i vaccini“. Sarebbe invece meglio “che ce ne siano più d’uno. Arriverà Curevac ma tutto ciò che possiamo fare per aumentare la produzione, usando la piattaforma mRna, è sensatissimo”, ha poi concluso l’esperta.
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Nel frattempo, però, dalla BioNTech – o meglio da Ugur Sahin, lo scienziato tedesco dietro il vaccino – arriva un nuovo avvertimento relativo alle somministrazioni. Si prevede, infatti, la necessità di una terza dose di siero anti-Covid, se si vuole raggiungere una “nuova normalità” e la tanto agognata “immunità di gregge”. “Nel tempo la protezione del vaccino contro il virus diminuisce, con il calo degli anticorpi”, ha detto lo scienziato durante una videoconferenza organizzata dalla Stampa estera in Germania. E ha poi sottolineato: “dunque sarà necessaria una terza vaccinazione: secondo le mie stime dopo 9 mesi dalla seconda somministrazione, al massimo dopo 12 mesi”.