La ministra della giustizia Cartabia si è espressa sui recenti arresti dei terroristi italiani catturati in Francia. “Gli arresti di ieri non rispondono a una sete di vendetta dello Stato”. Ancora incerte le tempistiche dell’estradizione.
Nella giornata di ieri, sette ex terroristi rossi sono stati arrestati in Francia ai fini dell’estradizione in Italia. Tra i fermati Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, ma anche Alimonti e Marina Petrella (ex Brigate Rosse). Condannati per gli attentati commessi negli anni ’70 e ’80, il governo francese ha autorizzato l’operazione della polizia italiana. Questa mattina, invece, a costituirsi è stato Luigi Bergamin, considerato l’ideologo dei Proletari armati per il comunismo e catturato nel gennaio 2019 in Bolivia, dopo anni di latitanza e l’estradizione in Italia. All’appello mancano ancora Maurizio Di Marzio e Raffaele Ventura.
In merito alla vicenda si è espressa Marta Cartabia, nuova ministra della Giustizia sotto il governo Draghi. Raggiunta dalle penne del Corriere della Sera, la ministra ha sottolineato: “Nessun ordinamento giuridico può permettersi che una pagina così lacerante della storia nazionale resti nell’ambiguità e resti irrisolta. La storia offre numerosi esempi di giudizi celebrati e di vicende giudiziarie portati a compimento a molti anni di distanza. La nostra volontà di riproporre la richiesta delle estradizioni non risponde nel modo più assoluto ad una sete di vendetta, che mi è estranea, ma ad un imperioso bisogno di chiarezza, fondamento di ogni reale possibilità di rieducazione, riconciliazione e riparazione, fini ultimi e imprescindibili della pena”.
Cartabia: “Arresti di ieri servivano a scongiurare il pericolo di fuga”
“Dietro questa svolta c’è un lavoro che ha coinvolto negli anni vari soggetti a più livelli”, ha sottolineato la ministra Cartabia nella ricca intervista per il Corriere della Sera. Sull’efficacia degli arresti, un ruolo importantissimo è stato giocato dalla sinergia tra governi e autorità, sia italiane che francesi. “Non so se le origini italiane del ministro Dupond-Moretti, di cui va molto fiero, possano aver giocato un ruolo. Decisivo è stato anche il fatto che, mai come ora, tutte le nostre istituzioni si sono mosse in modo compatto e tempestivo. Una modalità d’azione, a cui ispirarsi sempre”, ha infatti evidenziato Catarbia.
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Mentre ha poi voluto “fare chiarezza una volta per tutte sul duplice equivoco, che per anni ha ostacolato la concessione delle estradizioni”. Gli arrestati, ha ribadito, sono tutti condannati in via definitiva “per reati di sangue” e non sono processati per le loro idee politiche, mentre “le condanne sono state pronunciate all’esito di processi celebrati nel pieno rispetto delle garanzie difensive del nostro ordinamento“.
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Sulle tempistiche dell’estradizione, invece, pare sia al momento “difficile fare previsioni precise, anche perché si tratta di fascicoli complessi”. Non pare sia possibile comunque aspettarsi “un rientro a breve, nei prossimi giorni. Gli arresti di ieri servivano a scongiurare il pericolo di fuga. Ora i giudici valuteranno se convalidarli e se applicare misure cautelari. Poi inizieranno i procedimenti, per valutare caso per caso la sussistenza dei presupposti perla concessione dell’estradizione. E poi ancora, come sempre avviene in queste procedure, l’ultima parola è dell’autorità politica”, ha poi concluso la ministra.