Sono iniziate le audizioni davanti alla Corte d’assise di Bologna dei primi testimoni nell’ambito del nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980.
Il nuovo processo vede come principale imputato l’ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, per concorso nell’attentato. Sotto accusa anche l‘ex carabiniere Piergiorgio Segatel per depistaggio e Domenico Catracchia, amministratore di alcuni immobili di via Gradoli a Roma usati come rifugio dai Nar, per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini.
Si procede per aree tematiche e si parte ad affrontando il contesto storico e politico che precedette l’attentato, in particolare le informazioni che circolavano in quel periodo. Per primo ha parlato l’ex giudice di sorveglianza di Padova, Giovanni Tamburino (già ascoltato anche nel processo a Gilberto Cavallini), che ha spiegato, anche in base agli appunti riportati nella sua agenda dell’epoca, delle dichiarazioni rilasciategli nel luglio del 1980, mentre era in carcere, dall’estremista di destra Luigi Vettore Presilio. Vettore gli disse che, di lì a poco, sarebbe stato realizzato un attentato con una bomba “di cui avrebbero parlato i giornali di tutto il mondo”. Vettore (che ricevette le informazioni dall’estremista di destra Roberto Rinani), “parlò in modo articolato anche di un attentato che doveva essere fatto al giudice Giancarlo Stiz di Treviso”, ha dichiarato l’ex magistrato rispondendo alle domande della Procura generale. L’attentato, poi non realizzato, “sarebbe stato preceduto da un altro fatto, di enorme gravità, questo sarebbe stato il primo passaggio, il primo anello, mi disse Vettore, rispetto all’attentato a Stiz”.
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Tamburino comunicò queste dichiarazioni a Quintino Spella, ex capocentro del Sisde di Padova, che nel luglio del 1980 incontrò più volte. Spella, sentito sul punto dalla Procura generale nel 2019, ha sempre negato di aver incontrato nel luglio e poi ad agosto 1980, dopo la strage, Tamburino, e per questo motivo è stato indagato dai Pg per depistaggio, prima della sua morte avvenuta nel gennaio 2020. Tamburino, il 6 agosto 1980, scrisse anche una lettera ai magistrati bolognesi con le dichiarazioni di Presilio, che poi venne interrogato dalla Procura di Bologna il giorno stesso.
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