La Fondazione italiana endometriosi denuncia la mancanza di fondi sufficienti scientifica per trovare una cura alla malattia.
I fondi dedicati alla ricerca scientifica per trovare una cura all’endometriosi sono insufficienti. La denuncia parte dalla Fondazione italiana endometriosi, sempre al lavoro per sperimentare nuove terapie promettenti ed efficaci sulla malattia. “Non si pensa abbastanza all’endometriosi. I finanziamenti per la ricerca necessari a trovare una cura a questa malattia sono ridotti all’osso. Gli studi in corso sono diversi ma non possono essere conclusi e i 3 milioni di donne malate in Italia continuano ad avere forti sofferenze”, ha detto Pietro Giulio Signorile, presidente della Fondazione. E ha continuato: “La ricerca scientifica sull’endometriosi è molto sottofinanziata, contiamo fondi dedicati di 200 volte inferiori rispetto ad altre malattie croniche come l’Alzheimer. L’obiettivo è concludere gli studi per aiutare le pazienti e restituire loro una qualità della vita migliore”.
Cos’è l’endometriosi
L’endometriosi è una patologia che colpisce circa il 10 per cento delle donne, eppure è ancora difficile da diagnosticare perché semisconosciuta o poco presa in considerazione. È una malattia femminile, ed è determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Ma la sua specificità “di genere” la fa sottovalutare a tanti – troppi – medici uomini. Per questo è nata la Fondazione, come ha ricordato il presidente: “La Fondazione italiana endometriosi è nata allo scopo di implementare la ricerca scientifica sull’endometriosi in Italia, ancora senza cura e con un ritardo diagnostico inaccettabile di circa 8 anni”. E nonostante i fondi insufficienti, ha spiegato Signorile, si sono fatti passi importanti sull’individuazione della malattia nelle pazienti. “Fino ad oggi abbiamo raggiunto risultati scientifici di grande risalto“, ha detto ancora il presidente.
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I risultati raggiunti finora
E poi ha elencato i successi della ricerca sull’endometriosi: “Abbiamo individuato l’origine della malattia in un disturbo nella formazione dell’apparato genitale del feto, causato da sostanze inquinanti in grado di oltrepassare la placenta; abbiamo messo a punto il progetto nutrizionale, nato dall’intuizione di una dieta terapeutica basata sulla riduzione di cibi pro infiammatori e dall’aumento di cibi anti infiammatori, per abbattere i sintomi della malattia; stiamo per concludere lo sviluppo di un test diagnostico su sangue che potrebbe rilevare la malattia già in fase precoce, risparmiando anni di sofferenze”. Sofferenze a cui sono costrette tutte le donne che ne soffrono e a cui i medici non riescono a diagnosticare la malattia. Per ignoranza, da una parte. Ma anche per mancanza di studi approfonditi sul tema, dall’altra parte.
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Le ricerche in corso
Oltre ai risultati raggiunti fino a questo momento, sono attualmente in corso diversi progetti promettenti per individuare terapie utili a guarire la malattia. Ha spiegato ancora Signorile: “Innanzitutto il progetto genomico, che serve a scoprire quali e quanti geni vengono coinvolti nell’endometriosi. Poi il progetto clinico: mai fino ad oggi è stato fatto uno studio organico sulla clinica dell’endometriosi, per individuare i dati statistici che caratterizzano la malattia. Infine abbiamo creato una community online, un luogo di confronto e informazione, per supportare le pazienti”. Cosicché, laddove la ricerca scientifica non riuscisse ad arrivare, le donne possano confrontare i propri sintomi e capire se soffrono di endometriosi. Ha concluso infine il presidente della Fondazione: “La ricerca ha i suoi tempi e le sue difficoltà ma quest’anno contiamo di avere nuovi prodotti, presidi e orientamenti da sfruttare per combattere in maniera sempre più efficace questa complessa malattia”. Ma, ha sottolineato ancora, “per raggiungere il traguardo la ricerca deve essere finanziata“.