Gli Stati Uniti hanno sempre avuto un triste record riguardo l’utilizzo di armi da fuoco. Nel 2021 i dati si sono fatti ancora più allarmanti e le sparatorie sono divenute all’ordine del giorno. New York che ormai da diversi anni era una metropoli in cui si poteva vivere senza grosse paure, sta tornando a raccogliere dati inquietanti.
Solo nella giornata di sabato, secondo quanto riportato dai media americani, ci sono state diverse sparatorie a New York con ben quindici persone ferite. Sino ad ora nel 2021 i feriti da arma da fuoco nella Grande Mela sono stati 410, contro i 238 dello stesso periodo dell’anno precedente.
Secondo Eugene O’Donnell, ex poliziotto del dipartimento di polizia di New York e ora docente al John Jay College of Criminal Justice, le sparatorie hanno meno a che fare con la pandemia e più invece con i cambiamenti nelle politiche: “Le ragioni sono abbastanza chiare, la polizia è paralizzata e i pubblici ministeri trovano delle scuse”, ha affermato, sottolineando che a suo parere le forze dell’ordine hanno paura di effettuare arresti.
Nel frattempo, ad ogni sparatoria, ad ogni uccisione o massacro, segue un comunicato da parte del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che nell’indignazione proclama il suo sdegno verso l’uso delle armi. È di qualche settimana fa la proposta, ad esempio, di voler compiere una stretta sulle armi fabbricate in casa, una ‘non’ decisione, in sostanza: come mettere un cerotto su una ferita profonda. Questa mattina è inoltre arrivato l’annuncio della Corte Suprema riguardo la decisione in merito al trasporto delle armi in pubblico: La Corte Suprema Usa dovrà infatti pronunciarsi su un caso di New York per decidere se le autorità debbano consentire ai residenti di portare pistole in pubblico e violino il secondo emendamento con le loro restrizioni. Il ricorso è stato presentato da alcuni gruppi per la difesa del diritto alle armi. Questi gruppi ritengono violati i loro diritti costituzionali dallo stato di New York che concede il porto d’armi in pubblico solo a coloro che possono dimostrare di avere necessità speciali di protezione.
La lobby e i gruppi di attivisti tornano alla carica sperando di fare breccia nella maggioranza conservatrice dell’Alta Corte dopo la nomina di tre giudici da parte di Donald Trump. Il caso sarà quindi preso in considerazione dai ‘saggi’ costituzionali a partire dal prossimo ottobre. New York è uno degli otto stati Usa (insieme a California, Massachusetts, New Jersey, Maryland, Rhode Island, Delaware e Hawaii) accusati dalla National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi, di impedire alla maggior parte delle persone di ottenere una licenza per trasportare le proprie armi in pubblico, avendo varato leggi molto più restrittive di altri stati.
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L’ondata di violenza armata negli Usa sembra aver portato ad una numero record di persone che acquistano un’arma per la prima volta. Secondo i dati dell’Fbi, 6 dei primi 10 giorni con i tassi piu’ alti di controlli dei precedenti, i cosiddetti ‘background checks’ richiesti dalla legge prima che un rivenditore autorizzato possa consegnare un’arma ad un cliente, sono stati registrati il mese scorso. Complessivamente, l’Fbi ha completato quasi 4,7 milioni di controlli a marzo, un milione in piu’ dello stesso mese nel 2020.
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James Densley, co-fondatore di The Violence Project, un’organizzazione no profit che segue le sparatorie di massa negli Stati Uniti, ha collegato direttamente le cifre record all’ondata di stragi degli ultimi mesi. “Vediamo spesso questa tendenza – ha spiegato – ogni volta che si verificano sparatorie di massa di alto profilo, le persone iniziano accumulare pistole e fucili per paura che il governo limiti i diritti sulle armi”.
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