Roma, caos nei cimiteri e cremazioni in tilt: sono duemila le bare in attesa. Presentato un esposto in Procura. Affanno causato dal Covid, ma l’AMA versa in condizioni critiche già da anni.
Mentre Andrea Romano attende da due mesi di poter tumulare la salma del figlio scomparso, sono migliaia i cittadini della Capitale che vivono lo stesso drammatico disagio. I cimiteri di Roma sono infatti in affanno: depositi pieni, spazi esauriti per la tumulazione e burocrazia inceppata, a cui si aggiunge l’aggravante dei decessi causato dalla pandemia. Ma il caos è ora arrivato fino in Procura, con un esposto presentato da parte dell’Associazione Eccellenza Funeraria Italiana per i reati di omissione di atti di ufficio e sottrazione di cadavere.
In merito alla vicenda, anche la sindaca di Roma si è espressa, presentando pubblicamente le sue scuse. Ma l’affanno dei servizi cimiteriali capitolini non è certo una novità: sono ormai diversi anni, infatti, che AMA è costretta a fare i conti le mancanze di investimenti, la carenza di strutture e quella di personale. Se nel 2017 erano stati infatti disposti degli stanziamenti per il potenziamento di forni e cimiteri, in realtà è stato fatto ben poco. E ad oggi, sono almeno duemila le bare attendono ferme, nei depositi non refrigerati dei cimiteri Prima Porta (Flaminio), Verano e Laurentino, la loro tumulazione.
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In fila ci sono anche le urne cinerarie, che tuttavia l’AMA stessa a definito al momento “non urgenti”. Sempre secondo quanto spiegato dalla stessa azienda romana, per la cremazione i tempi tecnici sono di 15 giorni, ma nel caso di una crescita di mortalità del 10% si parla di altri 10 giorni di attesa. Con il Covid, però, i decessi sono aumentati del 35% – fanno sapere dall’azienda. Una situazione, questa, che “si sarebbe potuta gestire, se negli ultimi quattro anni fossero stati fatti i lavori necessari“, sottolinea Alessandro Moresco, consigliere del Comitato direttivo Feniof (Federazione imprese funebri).
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Il provvedimento annunciato dal prefetto Matteo Piantedosi consiste nell’aumento di 9 mila cremazioni nei prossimi 12 mesi, rispetto alle 15 mila del periodo precedente alla pandemia. Ciò sarà possibile con il il trasferimento fuori Comune di circa 170 salme a settimana, che si sommano alle 350-400 salme cremate settimanalmente. Anche la sindaca Raggi, su questo, era stata chiara: “Ho convocato Ama che mi ha assicurato di stare lavorando ad una soluzione per dare risposte ai cittadini in questo momento di emergenza coronavirus“. Nel frattempo, però, le salme (e le rispettive famiglie) rimaste in sospeso di cremazione sarebbero di almeno 1.200.
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