Ciro Grillo, il racconto della vittima: “Mi hanno stuprata tutti, senza contraccettivi”

Silvia ha depositato agli atti la sua testimonianza contro Ciro Grillo e gli altri tre giovani accusati di stupro. I fatti risalgono all’estate 2019, quando la studentessa di 19 anni si trovava in vacanza con un’amica in Costa Smeralda. “Mi hanno violentata tutti, senza utilizzare contraccettivi”, ha raccontato agli inquirenti.

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Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, è indagato per violenza sessuale – meteoweek.com

La notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, in un residence in Costa Smeralda, una giovane studentessa avrebbe vissuto un incubo. Silvia (nome di fantasia), infatti, accusa di violenza sessuale Ciro Grillo, figlio del garante del M5S, e gli altri tre suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. La italo-svedese era in vacanza con un’amica, Roberta (anch’esso nome di fantasia), quando ha conosciuto nella discoteca Billionaire il gruppo di coetanei. Le due ragazze nella notte, poiché non trovavano un taxi disponibile per tornare nel loro bed&breakfast, sarebbero state ospitate nella villetta di proprietà di Beppe Grillo. Proprio lì sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo ai danni della diciannovenne, mentre l’altra ragazza dormiva sul divano. A raccontare quanto accaduto in quelle ore, nella ricostruzione depositata agli atti, è stata proprio la vittima. Gli inquirenti tuttavia hanno raccolto ulteriori testimonianze a sostegno della tesi.

Il racconto della vittima di Ciro Grillo

La vicenda è emersa tramite un reportage realizzato da Gianluigi Nuzzi, di cui alcuni stralci sono stati pubblicati sul quotidiano La Stampa. Il tutto inizia il 5 luglio 2019, quando Silvia sbarca in Sardegna per una vacanza al termine della scuola. Poco dopo l’avrebbe raggiunta l’amica Roberta. L’incontro con i quattro ragazzi, tuttavia, avviene soltanto martedì 16 luglio 2019 alla discoteca Billionaire, in un tavolo prenotato a nome di Ciro Grillo. Le studentesse si erano riunite con tre amici milanesi, compagni di scuola. Il gruppo beve vodka a dismisura, in base alle ricostruzioni delle due giovani. Per i genovesi, invece, si trattava più che altro di Redbull. Nel corso della serata il figlio del garante del M5S e la diciannovenne italo-svedese avrebbero ballato insieme e sarebbe scattato anche un bacio, ma nulla di più.

Intorno alle 3.30 i tre compagni di scuola di Silvia Roberta lasciano la discoteca Billionaire e le due ragazze si ritrovano da sole con il gruppo di genovesi. Escono alle 5.00 e a quell’ora non è presente alcun taxi che può riportarle nel loro bed&breakfast. È per questa ragione che Ciro Grillo e gli altri si offrono di ospitarle nella loro villetta a Porto Cervo, con la promessa di riaccompagnarle a casa il mattino seguente. «Dai venite a fare due spaghetti da noi, poi vi riaccompagniamo domattina al bed&breakfast, abbiamo l’auto a casa, nessun problema», avrebbero detto. E vanno così a Cala di Volpe. Durante il tragitto in auto la vittima, in base alle ricostruzioni dei ragazzi, avrebbe allungato il piede verso uno di questi ultimi. Un “chiaro segnale di disponibilità”, per loro. La diciannovenne in realtà nega ogni intenzionalità nel gesto. Arrivati presso l’abitazione tutti continuano a bere. Il primo a tentare un approccio sessuale è, secondo gli atti dell’accusa, Francesco Corsiglia.

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Il figlio di Beppe Grillo insieme ad alcune ragazze – meteoweek.com

La violenza sessuale

Silvia racconta agli inquirenti di essere in un primo momento riuscita ad allontanare il giovane genovese. Poi si sarebbe infilata sotto le coperte, ma lui non sarebbe andato via nonostante le numerose richieste. Francesco Corsiglia «la costringe a un rapporto completo. Lei cerca di liberarsi». Gli altri tre ragazzi intanto restano alla porta, bloccando l’uscita e stando a guardare. «Chi rideva. Chi commentava. Silvia è fisicamente più debole, i giovani sono tutti ben palestrati». Roberta dorme sul divano in cucina. Non può aiutare l’amica. Quest’ultima riesce a svincolarsi e a rifugiarsi in bagno, ma anche qui viene raggiunta. Corsiglia «la spinge di spalle nel box doccia per un altro rapporto contro volontà. Lei piange in bagno. Lauria e Capitta le chiedono perché ma lei non risponde. Proprio quest’ultimo le chiede di dormire insieme, ma lei si rifiuta e cerca di svegliare l’amica per andarsene».

L’incubo di Silvia, tuttavia, non è ancora giunto al termine. Il mattino seguente, infatti, il gruppo le impedisce di chiamare un taxi e andare via. La ragazza viene costretta («tenuta per i capelli») a continuare a bere vodka. È Vittorio Lauria, a questo punto, in base alle ricostruzioni, a chiedere alla diciannovenne di dormire nella sua stanza, dove si trova un letto matrimoniale. Lì si sarebbe consumata la violenza sessuale di gruppo. La stuprano a turno, senza utilizzare contraccettivi. Tutti erano in preda all’alcol. Soltanto alle 14.45 Roberta si sveglia e trova l’amica sconvolta. «C’era del mutismo da parte di tutti», ricorda. A quel punto Francesco Corsiglia Ciro Grillo riaccompagnano le due ragazze ad Arzachena, dove poco dopo avrebbero preso un taxi per tornare al bed&breakfast. La vittima chiede all’altra di accompagnarla in farmacia per acquistare la pillola del giorno dopo.

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I momenti successivi

I quattro genovesi, nei giorni successivi, si inviano messaggi riferiti alla violenza sessuale. «Ho paura che quella ci ha denunciato», scrive Edoardo Capitta. E ancora: «3 vs 1», invia un altro di loro agli amici. A conferma dello stupro di gruppo. Nello smartphone di uno degli indagati è stato ritrovato un video girato dagli stessi mentre si alternano nei rapporti con Silvia. La difesa, per questa ragione, sostiene dunque che non vi fosse nulla da nascondere e che la vittima fosse consenziente.

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Silvia intanto stenta a parlare di quanto accaduto. È strana, tuttavia. Lo dimostrano le testimonianze di coloro che la hanno incontrata. Uno di questi è l’istruttore di kite-surf. La diciannovenne, come rimarcato da Beppe Grillo nel video-sfogo pubblicato sui social network (in cui mette in dubbio la veridicità di quanto testimoniato proprio in virtù degli atteggiamenti della italo-svedese), infatti, il giorno seguente è andata a lezione a Porto Pollo. «Ricordo che era molto turbata», ha detto. Il 19 luglio, inoltre, in Costa Smeralda arrivano anche i genitori della vittima, con cui avrebbe dovuto terminare la vacanza. A loro, dopo qualche giorno di silenzio, rivela in lacrime cosa ha subito: «Mamma, mi hanno violentato».

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