Rousseau e M5s, è rottura definitiva. Ma ora serve una nuova identità

Il rapporto tra Davide Casaleggio e il Movimento 5 Stelle ha raggiunto un punto di rottura definitivo dopo mesi di tensioni interne: il personale di Rousseau passa ora alla cassa integrazione e l’associazione ribadisce di voler passare a vie legali. Intanto, però, il Movimento dovrà affrontare anche l’esigenza di trovare una nuova identità politica. 

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Se ci stavamo chiedendo cosa fosse rimasto del Movimento 5 Stelle degli esordi, ora possiamo veramente affermare: ben poco. Anche l’ultimo cordone sembra tagliato. Si tratta del rapporto di filiazione e cooperazione tra Davide Casaleggio e il M5s, ormai giunto a un punto di non ritorno dopo mesi di tensione. Come si traduce questa rottura nella realtà politica? “L’Associazione Rousseau cambia strada. La scelta è dolorosa, ma inevitabile“, si legge sul blog delle Stelle. La piattaforma “rivoluzionaria” di democrazia diretta abbandona il Movimento. D’altronde, anche lo stesso utilizzo della votazione online da parte degli iscritti era stato notevolmente ridimensionato dalle ultime evoluzioni politiche del Movimento, sempre più vicino a posizioni governative e disposto a consultare gli iscritti solo in casi particolari di stallo.

Ma dietro la rottura ci sarebbe anche e soprattutto una questione di carattere economico, spiegata dall’associazione stessa: “Stare insieme deve essere una scelta reciproca e deve presupporre rispetto e assunzione di responsabilità da ambo le parti. Questo, purtroppo, non si è verificato. A fronte dell’enorme mole di debiti cumulati dal MoVimento 5 Stelle nei confronti dell’Associazione Rousseau e della decisione di chi ritiene di essere il gruppo dirigente del MoVimento di impartire ai portavoce un invito diretto a violare espressamente lo Statuto stesso del MoVimento, omettendo di versare, già dal mese di aprile, il contributo stabilito per i servizi erogati, questa mattina abbiamo dovuto comunicare a tutto il personale di Rousseau che siamo costretti ad avviare le procedure per la cassa integrazione.

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Una lunga separazione

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Stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, le nuove condizioni per evitare lo strappo sarebbero state poste da Casaleggio all’inizio della nuova fase di rifondazione del Movimento, con a capo Giuseppe Conte. Tra queste condizioni, appunto, il pagamento degli arretrati delle restituzioni per un totale di 450mila euro. Una cifra ritenuta inaccettabile dal Movimento, che già in altri modi aveva intrapreso un percorso di allontanamento. A segnare ancor di più un destino ormai scontato, infatti, c’è stato anche l’annuncio con cui Vito Crimi aveva comunicato il nuovo sistema di restituzioni: il versamento di 1000 euro per i 5 stelle e 1500 da destinare da altri progetti, a cui si è aggiunta l’interruzione da inizio aprile della tassa di 300 euro mensili per Rousseau. A questo punto però Rousseau intende procedere per vie legali: “Proseguiremo nell’onorare i patti fino a che non siano consensualmente modificati da soggetti legittimati a farlo, nel rispetto delle regole che la comunità del MoVimento ha deciso di darsi”. Ma oltre a questioni economiche, resta il fattore politico: Rousseau rivendica di esser “nato molto prima del MoVimento stesso. Non aveva ancora il nome di Rousseau, ma era ed è stato, negli anni il metodo che ha guidato tutto il percorso di nascita, crescita ed evoluzione del MoVimento 5 Stelle“, ribadiscono dall’associazione.

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E ora?

Ora il Movimento dice di voler lavorare per trovare una nuova piattaforma: “La democrazia diretta, la partecipazione, il coinvolgimento degli iscritti nelle decisioni non dipendono dal singolo strumento utilizzato, ma dalla volontà del Movimento 5 stelle di affidarsi alla democrazia diretta avvalendosi prioritariamente di strumenti digitali. Questa volontà rimane invariata, il nostro cuore pulsante è la democrazia diretta, qualunque sia lo strumento utilizzato”. Insomma, stando a quanto ribadito dal Movimento l’abbandono di Rousseau non coincide con l’abbandono della democrazia diretta. Anche perché – ribadiscono dal M5s – “le scelte dell’associazione Rousseau dell’ultimo anno evidenziano la volontà di quest’ultima di svolgere una parte attiva e diretta nell’attività politica. Questa volontà è incompatibile con una gestione ‘neutrale’ degli strumenti che devono servire ad attuare la democrazia diretta nel Movimento. Il Movimento 5 stelle, nell’ambito del nuovo progetto politico in corso di definizione, ha pertanto avviato tutte le procedure necessarie per dotarsi degli strumenti digitali necessari ad assicurare la partecipazione degli iscritti al Movimento 5 Stelle ai processi decisionali”.

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Il M5s reggerà?

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Insomma, anche l’ultimo cerotto con il vecchio Movimento è stato strappato. Ora però, se il Movimento vuole sopravvivere, dovrà dal vita alla creazione di qualcosa di abbastanza solido da rimpiazzare l’identità politica precedente. L’idea di una nuova piattaforma aleggia già nel Movimento, ma bisogna capire quanta possibilità ha di concretizzarsi. Nel frattempo, parte della base parlamentare soffre l’imbarazzo per il video di Beppe Grillo in difesa del figlio, la tensione sale e si fa sempre più pressante l’esigenza di prendere posizioni nette. Anche per questo crescono sempre più le pressioni su Giuseppe Conte: il programma e il nuovo Statuto dovrebbero esser quasi pronti e la prossima settimana l’ex premier potrebbe presentare il suo piano del Movimento 2.0. Ma stando a quanto riportato dall’Agi, il malcontento tra i parlamentari si farebbe sempre più palpabile anche per un altro fattore: Giuseppe Conte tace, latita, non prende posizioni nette e immediate, mentre dall’altro lato continua a dialogare con il Pd per consolidare l’asse politico impostato durante il Conte II. Non a caso probabilmente parteciperà al convegno di Bettini il 29 aprile. Ma come, il nuovo leader politico del Movimento rischia di partecipare a un convegno del Pd ancor prima della sua investitura nel M5s? La otterrà in tempo? Ma soprattutto: è possibile che il Movimento si sia snaturato a tal punto da passare dalla democrazia diretta alle occulte strategie nelle Aule? Staremo a vedere.

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