Gli operatori sanitari che contraggono il Covid-19 negli ospedali sono sempre meno. A rivelarlo è stato uno studio condotto negli Usa. Il fenomeno è probabilmente l’effetto della campagna di vaccinazione, ma anche della maggiore consapevolezza delle misure utili ad evitare la diffusione del virus.
I reparti degli ospedali non sono più un luogo potenzialmente a rischio per i dipendenti. Gli operatori sanitari, infatti, contraggono più facilmente il Covid-19 in comunità piuttosto che a lavoro, nel corso della cura dei propri pazienti. A rivelarlo è stato uno studio condotto negli Stati Uniti dagli esperti della University of Wisconsin-Madison, i cui risultati sono stati resi noti dalla rivista Clinical Infectious Diseases. Essi fanno sì che coloro che operano in prima linea contro il virus possano tirare un sospiro di sollievo. L’infezione, nel corso della prima e della seconda ondata, ha infatti mietuto un tragico numero di vittime in corsia. Adesso la situazione sembrerebbe essere decisamente migliorata.
Lo studio è stato realizzato sulla base di circa un centinaio di tamponi effettuati su operatori sanitari positivi al Covid-19. Gli esperti della University of Wisconsin-Madison hanno analizzato i geni del virus per ogni dipendente. A tale analisi è stato unita un’indagine epidemiologica sui contatti dei soggetti studiati con il sequenziamento dei virus. È emerso, dai risultati, che l’11% di medici e infermieri erano stati contagiati da colleghi, mentre soltanto nel 4% dei casi l’infezione era la medesima rispetto ad uno dei pazienti in cura.
I dati sono coerenti con altre ricerche effettuate in Europa, tra cui alcune in Gran Bretagna e Olanda. Essi dimostrano che la diffusione del Covid-19 nelle strutture sanitarie è in netto calo. È più probabile, piuttosto, che gli operatori sanitari risultati positivi al tampone abbiano contratto il virus in ambienti esterni a quelli lavorativi. La vita in comunità, in tal senso, è determinante. In sintesi, infatti, emerge che “il fattore di rischio più importante per una persona in generale è il tasso di contagi nell’area di residenza” e che di conseguenza la professione ha decisamente meno rilevanza.
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“Dallo studio appare che il personale sanitario si infetta più comunemente per un’esposizione in comunità. Questo enfatizza l’importanza sempre maggiore dell’uso delle mascherina, del distanziamento e delle vaccinazioni“. Gli esperti della University of Wisconsin-Madison sono arrivati dunque alla conclusione che i fattori che hanno provocato tale calo nei contagi tra operatori sanitari in ospedale siano diversi.
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La somministrazione delle dosi del vaccino contro il Covid-19 – in alcuni Paesi proprio in via prioritaria agli operatori sanitari – è soltanto una delle cause del fenomeno. Oltre ad essere già protetti, infatti, coloro che operano negli ospedali hanno anche imparato ormai a difendersi dal virus. Se inizialmente, ad esempio, le mascherine e le tute di protezione erano fornite in quantità scarse e spesso si rivelavano inefficienti, adesso sembrano essere ormai armi sicure contro la diffusione dell’infezione.
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