Ancora tensioni tra Governo e Regioni: alle scuole si aggiunge il coprifuoco

Prima il rientro a scuola al 100 per cento in presenza di tutti gli studenti, poi il tema del coprifuoco: le tensioni nel governo Draghi. 

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Ancora tensioni tra governo e regioni: alle scuole si aggiunge il coprifuoco – www.meteoweek.com – Mario Draghi, presidente del Consiglio, durante una conferenza stampa. Credit: Archivio Meteoweek

All’interno del governo c’è un “clima eccezionale”, ha detto pochi giorni fa in conferenza stampa il presidente del Consiglio Mario Draghi. Eppure stando alle ultime dichiarazioni del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, sembrerebbe il contrario. Sono infatti dure le parole pronunciate da Fedriga nei confronti dell’esecutivo: “Si è incrinata la reale collaborazione tra Stato e Regioni”, ha detto a Radio KissKiss. Il motivo? La formulazione – all’interno del nuovo decreto riaperture, varato mercoledì 21 aprile – dei due temi che negli ultimi giorni hanno alzato il polverone nel Paese. Vale a dire il ritorno in classe in presenza di tutti gli studenti e il posticipo del coprifuoco.

Tanto che oggi – giovedì 22 aprile – le regioni hanno chiesto un incontro al premier. Lo hanno fatto tramite una lettera – indirizzata appunto al numero uno di Palazzo Chigi – in cui hanno fatto presente la volontà di esporre alcune proposte prima della pubblicazione del Decreto Legge sulle riaperture. Perché, ha spiegato Fedriga, “io credo che dentro a un governo se c’è qualcosa che non va, se uno vuole collaborare, deve sottolinearlo e dirlo, altrimenti non è una collaborazione. Non c’era solo la questione del coprifuoco. La Lega non diceva: o prendete tutto il pacchetto oppure ci asteniamo, ma ha detto: apriamo su qualcosa, vediamo cosa si può fare. E mi sembra che invece ci sia stata una chiusura almeno su questo decreto”, ha detto ancora Fedriga.

La scuola

Il motivo per cui Fedriga ha parlato di rapporto incrinato con il governo centrale, lo ha spiegato subito dopo. “Sulla scuola – ha detto il presidente delle Regioni – c’è un problema politico istituzionale importante, e cioè aver cambiato in Cdm (Consiglio dei ministri, ndr) un accordo politico tra istituzioni, siglato con la Conferenza delle Regioni, con i Comuni tramite l’Anci e con le Province tramite l’Upi”. E quell’accordo prevedeva ”una scuola che aveva un range di presenza dal 60 al 100 per cento e questo non per una scelta politica dei territori, ma per dei limiti fisici perché servirebbero dai 15mila ai 20mila autobus in più per fare il 100 per cento della scuola”. Pubblicare il provvedimento sulle riaperture così com’è, sempre secondo Fedriga, rappresenterebbe “un precedente molto grave”. 

Ha fatto eco al presidente Fedriga, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. “Il presidente Fedriga aveva fatto un accordo sulla presenza scolastica, almeno in questa fase, al massimo al 50 per cento. Dopodiché in Consiglio dei ministri è andata diversamente e normalmente in questo modo si spiazzano tutti e si apre la strada alla disgregazione politica. La politica è fatta dalla capacità di fare insieme delle cose, altrimenti la farebbero tutti”, ha detto durante un’intervista su Sky tg24. E ha aggiunto: “Ci vuole abilità nel tenere un equilibrio. Io penso che la conferenza delle Regioni avesse trovato questo equilibrio. Nonostante il centrosinistra sia in minoranza nella conferenza delle Regioni avevamo trovato un buon accordo. Quell’accordo tra le regioni era più facile da gestire anche nel Consiglio dei ministri dal nostro punto di vista”.

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Il coprifuoco

Come se non bastasse il tema della scuola, a scuotere il governo, ci si mette anche il dibattito sul coprifuoco. Posticiparlo alle 23 o tenerlo alle 22? Il governo ha optato per la seconda opzione, almeno fino al 31 maggio. Ma alle Regioni non è andata giù la decisione presa da Draghi. “La nostra priorità come Regioni è quella del coprifuoco. Abbiamo proposto all’unanimità un miglioramento della bozza del decreto, con la richiesta dello spostamento del coprifuoco dalle 22 alle 23. Pensiamo ai ristoranti, andando a cena fuori nei locali consentiti dovremmo andare via alle 21,30, non penso che rappresenti un serio rischio spostarlo di un’ora”, ha detto ancora il presidente della regione Friuli Venezia Giulia.

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A dare man forte alle dichiarazioni del presidente delle Regioni è intervenuto Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, con un post sulla sua pagina Facebook. “La conferma del coprifuoco alle 22, l’apertura di cinema e teatri e allo stesso tempo il divieto di mangiare all’interno di un ristorante, come invece prima era consentito fare in zona gialla, sono decisioni che oltre a essere incoerenti colpiscono sempre gli stessi. Così come ancora una volta vengono penalizzati gli organizzatori di eventi, matrimoni e cerimonie che saranno impossibilitati a lavorare la sera nel pieno della stagione più gettonata”, ha scritto Toti. E ha concluso: “In queste ore sto ascoltando con attenzione e preoccupazione gli sfoghi di migliaia di lavoratori che hanno tutta la mia comprensione e vicinanza. Speriamo che il Decreto arrivi immediatamente in Parlamento, dove anche i nostri parlamentari faranno di tutto per rimediare a queste incongruenze. Così non va. È il buonsenso che lo dice“.

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