Dopo le concessioni delle riaperture, Draghi tiene duro sul coprifuoco. E qui la maggioranza si spacca. La Lega si astiene e nascono le tensioni tra Draghi e Salvini.
Dal 26 aprile riapertura dei ristoranti e dei bar, via libera alla road map del governo sulle ripartenze tra scuole, palestre e concerti. Ma il coprifuoco rimane. Non ha voluto cedere il premier Draghi nemmeno sul prolungarlo alle 23. Il coprifuoco resta alle 22 fino a luglio. Un po’ un controsenso data la ripartenza prevista dalla road map, ristoranti e bar apriranno anche di sera e la vita tornerà quasi alla completa normalità entro giugno. Sono previsti spettacoli all’aperto e addirittura al chiuso, ma questo dovrebbe avvenire sempre nei vincoli del coprifuoco delle 22. Una decisione presa quasi di principio, perché di logica non si concilia molto con le concessioni che verranno fatte nelle prossime settimane.
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Il presidente del Consiglio Draghi ha voluto mantenere questa regola, ormai in vigore da novembre, di vietare la circolazione dalle 22 alle 5 del mattino. Nonostante il pressing dei governatori delle Regioni che fino a ieri avevano insistito per prolungare il coprifuoco alle 23 e le pressioni interne alla maggioranza, in primis Lega, Forza Italia e Italia Viva, Draghi non molla. Lo stato di emergenza, così come il coprifuoco, sarà prolungato fino al 31 luglio. Ci si potrà spostare tra regioni, si potrà pranzare al chiuso e ripartiranno i congressi e gli eventi e resta il coprifuoco, che da solo senza gli altri provvedimenti è alquanto inutile.
Questa decisione di Draghi ha portato scontri con le Regioni e con la Lega. Il partito di Salvini si è astenuto dalla votazione del Consiglio dei ministri per il nuovo decreto. “La Lega non ha votato per il decreto perchè lo volevamo più coraggioso. Crediamo che gli italiani abbiano diritto a più fiducia” commenta Salvini “Voteremo il prossimo decreto se aiuterà i lavoratori. Questo no. Se sono convinto vado in fondo: la scelta di sostenere Draghi è stata giusta, sarebbe stato più comodo starne fuori ma ora l’Italia merita impegno e sacrifici.”
Nascono quindi le nuove tensioni tra Draghi e Salvini, divisi da coprifuoco. Il Pd rincara la dose e si schiera dalla parte di Draghi cogliendo l’occasione per criticare l’atteggiamento di Salvini. Dal Nazareno dopo il Cdm hanno commentato equilibrata la decisione di Draghi. “Ravvisiamo nell’atteggiamento della Lega la conseguenza di una contraddizione che è quella di un continuo susseguirsi di ultimatum che portano a questo tipo di incidenti di percorso. La scelta di Salvini è irresponsabile e crea confusione nel Paese.” Si schierano i dem così come il Movimento 5 Stelle, rammaricato dall’atteggiamento, già visto, della Lega. Anche lo stesso premier è parso abbastanza irritato da questa decisione di Matteo Salvini.
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Draghi come Speranza credono in una riapertura graduale e sono state già tante le concessioni e le richieste del Carroccio esaudite dal premier. Ma è proprio in base a quei permessi che l’unica regola a non avere senso da sola è proprio quella del coprifuoco. Resta però il rammarico da entrambe le parti per le promesse non mantenute, sia da parte di Draghi che di Salvini poiché “gli accordi erano già presi e discussi insieme” è la motivazione di entrambi. Una tensione che ha portato ad una ferita e non proprio uno strappo o una rottura ma che di certo non trasmette un clima disteso, anche se molti vociferano un abbandono della maggioranza da parte della Lega, voci smentite dallo stesso Salvini.
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