Le riaperture del governo alle Regioni non bastano e rialzano la posta, chiedono anche la riapertura di palestre e piscine dal 26 aprile. Gli scienziati tremano.
A seguito del consueto incontro con il governo le regioni chiedono di più. La Conferenza delle Regioni di oggi ha chiesto alla ministra Gelmini e al ministro Speranza altre riaperture. Le osservazioni riguardano il “Consentire, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, i servizi di ristorazione sia al chiuso che all’aperto, senza distinzione di trattamento in base agli orari di somministrazione, la proroga del coprifuoco dalle 22 alle 23, la ripresa delle attività individuali in palestra al chiuso e in piscine all’aperto, già a partire dal 26 aprile”.
I governatori, quindi, chiedono di anticipare la riaperture delle palestre e delle piscine previste per almeno il mese di maggio dal governo. Ulteriori accorgimenti sulla bozza del governo riguardano anche “la riapertura del settori wedding e l’avvio anticipato, rispetto a quanto disposto in bozza, dei mercati, l’uniformazione delle date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto“. I presidenti delle regioni non sono gli unici a chiedere di più. A molte le riaperture del governo erano sembrate insufficienti, come ad esempio ai ristoratori. La protesta della settimana scorsa chiedeva un trattamento equo anche all’interno della ristorazione stessa, poichè – lamentano – non tutti hanno la possibilità di svolgere l’attività all’aperto.
Anche la linea aperturista si allarga. Italia Viva – nonostante appartenga alla sinistra e quindi dovrebbe essere dalla parte dei rigoristi, ma si sa che Renzi è fuori da ogni binario – ha chiesto l’anticipazione delle riaperture di palestre e piscine ancora prima delle Regioni. Nel piano iniziale del governo, la road map di ripartenza prevedeva la ripresa dello sport solo all’aperto mentre palestre e piscine al coperto potevano ripartire solo dai primi di giugno. La senatrice di Italia Viva Daniela Sbrollini aveva chiesto la ripartenza di queste attività già da maggio. La richiesta della senatrice renziana era finalizzata alla ripresa delle attività sportive dilettantistiche e delle tante società che operano in questo settore. “Non possiamo perdere altro tempo” ha insistito con il governo la Sbrollini ma ora ci pensano anche i governatori ad aumentare il pressing su Draghi.
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Già sulla scuola le Regioni hanno vinto. Gli studenti delle scuole superiori non torneranno tutti in presenza come aveva annunciato Draghi. Si scende quindi dal 100% in presenza al 60% rivisto in bozza. Il nodo principale restano i trasporti. Il governo punta al 100% della didattica in presenza ma al momento non ci sono le condizioni e non possono essere più trascurate come fatto precedentemente, come annuncia la ministra Gelmini. La Dad, quindi resterà al 50% in zona rossa. Un ritorno progressivo annuncia il governo. Un pressing delle Regioni che ha portato Draghi a cedere e rimanere sul 60%.
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Un nuovo pressing sfianca il presidente del Consiglio quello delle palestre e delle piscine. Sono tante le proteste dei centri sportivi che sono in grave crisi a causa del Covid. La stagione estiva è solita registrare un calo delle iscrizioni e quindi un beneficio di cui non potrà usufruire questo settore. Per questo motivo, chiedono di riaprire almeno per questo mese e mezzo di lavoro che gli resta prima della pausa estiva. Intanto possono riaprire in zona gialla gli impianti sportivi con campi all’aperto di calcetto, basket e beach volley ma con una limitazione quella delle docce e degli spogliatoi.
Le regioni chiedono di prevenire assembramenti sulle spiagge assicurando un distanziamento tra gli ombrelloni di almeno 10 mq per ognuno. Consentire gli sport individuali in spiaggia – racchettoni, o in acqua, come il surf. Ma non per gli sport di squadra.
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