Il video di Beppe Grillo ha creato molti danni di immagini al Movimento 5 Stelle, oltre che intralciare un caso in corso. Le critiche sono arrivate da ogni dove, anche dai suoi stessi grillini o meglio grilline.
Beppe Grillo non ha di certo aiutato il Movimento 5 Stelle che si trova in bilico tra il problema Casaleggio e i primi dissidi con Conte. Un video che ha suscitato le critiche e il disprezzo da ogni angolo. I suoi toni accesi che vogliono richiamare una comicità forzata provavano a fornire una difesa per il figlio accusato di stupro. Una difesa evidentemente riuscita male. La sua difese si basa sul colpevolizzare la vittima e negare lo stupro per aver denunciato il fatto dopo 8 giorni. Uno scivolone che riporta indietro di decenni ma che suo malgrado smaschera la vera natura del fondatore del Movimento, in un momento di sfogo e di ira.
A vergognarsi delle sue parole molte grilline come la deputata con una storia di violenza alle spalle e l’ex ministra Elisabetta Trenta. “Le scuse sarebbero apprezzate” chiede la grillina, “Mi sento colpita, come donne e come donna del Movimento” ammette l’ex ministra della Difesa. “Posso accettare lo sfogo e il dolore di un padre, ma Beppe Grillo è la nostra bandiera e dire queste cose è andare contro le stesse battaglie e i valori del Movimento 5 Stelle. Come donna io mi sono sentita offesa” afferma Elisabetta Trenta intervistata da La Repubblica.
Come molte altre donne e molte altre politiche pentastellate, Trenta si è sentita in dovere di intervenire per difendere, da donna e da militante del Movimento 5 Stelle in difesa dei valori che sono venuti a mancare da parte di Grillo. Il fondatore del Movimento ha mancato di rispetto alle donne, ha calpestato i diritti e ha toccato un argomento senza ombra di empatia e sensibilità. Inoltre, ha reso pubblico e mediatico questo caso che doveva appartenere solo alla Giustizia ma Grillo ha voluto interferire con il suo volto, bandiera del Movimento, con il procedimento in corso.
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Come l’ex ministra Trenta, molti altri hanno ricordato a Grillo che una donna che ha subito violenza non è in grado subito di denunciare, l’elaborazione può essere lunga per questo esiste il codice rosso. “La vittima di una violenza è sempre la parte più debole e perciò la legge si preoccupa di tutelarla” commenta Trenta. Un passo falso che ha gettato cattiva luce su Beppe Grillo stesso e anche sul Movimento per questo l’ex ministra precisa “Il doloroso video di Beppe non deve incidere sul Movimento perchè bisogna fare la differenza tra lo sfogo di un padre e la nostra politica. Credo che lo stesso Beppe non voglia sovrapposizioni”.
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Il problema è che se sei un leader di un Movimento politico così in vista con un potere mediatico così forte non puoi permetterti ciò. Un video che diventa per forza di cose virale in cui puoi scindere le due figure e considerarlo “solo” uno sfogo. Rompendo tutte le barriere e non provando a salvare le apparenze Grillo ha sfoggiato una parte dei suoi pensieri. Pensieri che il Movimento avrebbe preferito mantenere celati.
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