L’affaire Grillo sta dominando i media. Un’altra caduta d’immagine del fondatore del Movimento 5 Stelle che rischia di franare su sè stesso.
Il video di Beppe Grillo in cui parla dei fatti successi quasi due anni fa con i suoi soliti modi iper concitati ha dato un’immagine dell’ex comico quasi grottesca. Ieri Beppe Grillo pubblica un video in cui urla l’innocenza del figlio accusato di stupro. Grillo in modo esageratamente concitato difende il figlio da queste accuse a suo parere infondate, soprattutto perché la denuncia della ragazza vittima di stupro è arrivata dopo una settimana. Il figlio ventenne avrebbe commesso questa violenza sessuale insieme ad altri tre amici in una delle residenze private di Grillo in Sardegna nell’estate 2019.
La procura deciderà il rinvio a giudizio o l’archiviazione del caso. Nel frattempo il genovese protagonista dei Vaffa day, dà un nuovo spettacolo via video, come è solito fare negli ultimi tempi. I toni accesi e teatrali -“Io voglio chiedere, voglio chiedervi, voglio chiedere veramente perchè un gruppo di stupratori seriali compreso mio figlio non sono stati arrestati?” – non hanno oscurato il contenuto del suo discorso in cui nega l’esistenza stessa di uno stupro.
“La legge dice che gli stupratori vengono presi e vengono messi in galera e interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi da due anni, perchè? Perchè vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato lo stupro, non c’entrano niente. Perchè una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa una denuncia, vi è sembrato strano“. Gli atti processuali dicono “violenza sessuale di gruppo” avvalorando la testimonianza della ragazza contrariamente a quello che affermano i ragazzi, che si è trattato di sesso consenziente. Ma Grillo ha una prova, dice nel video, che testimonia l’innocenza dei ragazzi. Poi conclude con il tono tragico “Se dovete arrestare mio figlio che non ha fatto niente, allora arrestate anche me, perchè ci vado io in galera.”
Il video di Grillo ha lasciato perplessa e scandalizzata tutta Italia, grillini compresi. Una deputata del Movimento 5 Stelle, Federica Daga, si è detta turbata dal video di Grillo. La deputata è stata vittima di abusi, era legata ad una persona violenta ed è riuscita a denunciare l’accaduto solo sei mesi dopo, il tempo che ci è voluto per elaborare ciò che le era successo. La deputata pentastellata dichiara che è in causa da cinque anni, “la giustizia è lenta” e che ora fortunatamente c’è “il codice rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto“.
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Una testimonianza che mette ancora di più in imbarazzo la dichiarazione di Grillo nei confronti della ragazza che a parer suo ha “inventato” lo stupro perché era “strano” che l’avesse denunciato dopo 8 giorni. Anche un’altra consigliera M5S attacca Grillo per aver accusato la vittima di non essere credibile per la denuncia avvenuta in ritardo. “Chiunque abbia a che fare con le vittime di abusi sa che la rimozione del trauma, la vergogna e il senso di colpa scatenati dalla violenza sono il muro insormontabile che le separa dalla denuncia.”
Anche Matteo Salvini trova molto debole la linea difensiva del figlio di Grillo. “Una donna che ha subito una violenza è la vittima e non deve giustificare perchè ci ha messo una settimana.” Anche la capogruppo di Italia Viva Maria Elena Boschi esprime il suo sconcerto “Che Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso“. Dal Pd anche Cuppi e Malpezzi si fanno sentire stigmatizzando “il frasario tipico di chi colpevolizza la vittima, parole sconcertanti”.
Un commento di disprezzo anche da Giorgia Meloni “Il video di Grillo mi ha colpito e anche il modo in cui ha minimizzato su un tema pesante come quello della presunta violenza sessuale” poi conclude secca “Sicuramente è una questione molto complessa e difficile e a differenza di Grillo e del suo partito io non faccio politica su queste cose“. A criticare come Beppe Grillo abbia minimizzato un tema così importante e delicato anche la portavoce dei Verdi che evidenzia anche come facendo ciò Grillo abbia dato “un pessimo esempio come genitore, come influencer e come figura di riferimento di un partito di governo.”
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Forse la profezia di Renzi potrà rivelarsi fondata. Dopo la lite con Conte sul logo Grillo inscena una commedia mal riuscita in difesa del figlio presunto stupratore. Uno scivolone che lascia le donne del Movimento in silenzio. Impossibile da commentare la sua mancanza di rispetto nei confronti della vittima e il poco tatto nell’affrontare una vicenda giudiziaria così delicata. Si può comprendere la furia del “Grillo padre” ma questa persona è anche un politico, o quantomeno rappresenta un partito che è al governo. Questa immagine logora e scalfisce la credibilità di valori che già fatica a trovare il Movimento stesso. Un passo falso trascinare il Movimento e quindi il suo peso mediatico in una vicenda personale. Le sue parole in un attimo sono associate al volto del M5S. E chi non lo ha criticato se ne è sicuramente discostato, ma questo video può costare caro al Movimento.
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