Salvini rinviato a giudizio per Open Arms. Il leader della Lega rischia anche politicamente

Sequestro di persona e omissione di atti di ufficio in concorso. Queste le accuse per il senatore e leader della Lega Matteo Salvini. Il processo è previsto per il 15 settembre. 

Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio per il caso Open Arms. Il gup Lorenzo Jannelli ha deciso di accogliere la richiesta della Procura di Palermo, che accusa il leader della Lega di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso dei 147 migranti a bordo della Ong catalana ai quali l’allora ministro dell’Interno negò per giorni un porto sicuro sulle coste italiane. L’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, aveva chiesto il non luogo a procedere, invece il senatore dovrà essere processato nei prossimi mesi.

Il leader della Lega lancia la sua difesa sui social network: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre“, questo il messaggio scritto più volte sulle diverse piattaforme.

Uscito dall’aula Salvini si è presentato davanti alle telecamere dove si è lasciato andare allo sfogo. “È una decisione dal sapore politico più che giudiziario commenta il senatore. “Mi spiace per i miei figli, ma non torno a casa preoccupato. Passare per sequestratore proprio no, è ridicola proprio l’idea” e aggiunge “E’ stata una battaglia politica sostenuta da alcuni partiti. Questa non è una ong che si occupa di soccorso, è una ong che fa politica. E in tribunale ci confronteremo su questo. Io i voti li ho presi dagli italiani. Questo comandante spagnolo non è stato eletto da nessuno, magari si candiderà e verrà eletto in Spagna. Quanto costerà questo processo politico agli italiani?”

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Il processo comincerà dunque il 15 settembre (per ora questa la data prevista) davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo. Il caso Open Arms venne sbloccato dall’intervento della Procura di Agrigento che, dopo avere accertato con un ispezione a bordo le gravi condizioni di disagio fisico e psichico dei profughi trattenuti sull’imbarcazione, ne ordinò lo sbarco a Lampedusa. La difesa di Salvini nel corso dell’arringa sosteneva che la decisione del senatore, dettata a suo dire dall’esigenza di tutelare i confini nazionali e che comunque fosse stata presa dall’intero Governo.

Secondo l’avvocato Bongiorno alla Open Arms era stata offerta la possibilità di attraccare sia a Malta che in Spagna: la ong avrebbe rifiutato entrambe le opzioni dirigendosi verso Lampedusa dichiarando l’esigenza di attraccare nel porto più vicino per questioni di sicurezza sanitaria. All’udienza preliminare si sono costituite 21 parti civili: oltre a 7 migranti di cui uno minorenne, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps, comandante della nave e Ana Isabel Montes Mier, capo missione Open Arms.

C’è ora da capire quali conseguenze politiche avrà questa decisione sul futuro politico di Salvini. Se condannato in via definitiva rischierebbe di diventare non candidabile, così come accaduto con Silvio Berlusconi per frode fiscale con effetto della legge Severino. Inoltre da tempo nella Lega la sua leadership è contesa, potrebbe essere un’occasione che i suoi avversari interni non si lascino sfuggire.

I FATTI

L’accusa per Salvini di “sequestro di persona” e “omissione di atti di ufficio in concorso” ha inizio nell’agosto del 2019. Al largo della Libia la Open Arms, nave di una Ong spagnola, mette in salvo, in due operazioni distinte, 124 persone. E’ richiesto un Pos, ovvero un porto di sbarco all’Italia, ma nello stesso giorno alla nave è applicato il decreto sicurezza bis, che impone il divieto di entrare in acque italiane. Dopo il trasferimento, per motivi medici di due persone e di un loro familiare, a bordo rimangono 121 persone: tra loro 32 minori. I legali di Open Arms presentano una denuncia per verificare se con il blocco delle persone a bordo non si stia compiendo un reato. Nel frattempo il tribunale dei minori di Palermo riconosce che si starebbe configurando un reato di respingimento alla frontiera e di espulsione di minori, e chiede spiegazioni al governo.

A novembre per Salvini scatta l’indagine della Procura di Agrigento per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio Nel febbraio del 2020 il tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti del senatore. Scatta l’iter in Aula: a maggio la Giunta per le immunità respinge la richiesta, l’Aula di Palazzo Madama l’approva invece il 30 luglio.

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LE REAZIONI

La prima a commentare la sentenza è la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Totale solidarietà mia e di Fratelli d’Italia al leader della Lega Matteo Salvini, rinviato a giudizio nel caso Open Arms. È scioccante che venga mandato a processo chi da Ministro dell’Interno ha fatto solo quello che il suo mandato gli imponeva di fare: difendere i confini della Nazione e combattere l’immigrazione clandestina di massa. A Matteo il mio abbraccio sincero“.

Per Roberto Calderoli, vice-presidente del Senato, “Spiace per Salvini perché un processo non lo si augura mai a nessuno, ma tanto di cappello per averci messo la faccia sia a Catania che a Palermo e soprattutto per aver rivendicato il suo agire giusto e corretto da ministro degli Interni nella difesa dei confini. Mi spiace che Salvini debba affrontare un procedimento secondo i tempi lumaca della giustizia italiana, un processo che durerà anni”.

Siamo soddisfatti, il processo a Matteo Salvini segna un passaggio importante per il nostro Paese. La difesa dei diritti umani, dei più sofferenti, dei più deboli non può essere violata per ragioni politiche, di braccio di ferro con l’Europa o per propaganda” dichiarano invece gli avvocati di parte civile, in rappresentanza di Legambiente, Daniela Ciancimino e Corrado Giuliano.

Sulla Open Arms Salvini è stato rinviato a giudizio. Avrà un processo e si difenderà in quella sede. Ma il giudizio politico, per me, prescinde dall’esito di quel processo. Salvini ha utilizzato corpi umani, indifesi, per far crescere il suo consenso. Aver liberato tossine di intolleranza nel Paese è la sua più grande responsabilità” scrive su Facebook il senatore di Leu Francesco Laforgia.

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