De Bonis (Misto): “Il Sud non sia escluso dal piano di produzione vaccini” [VIDEO]

Per il senatore De Bonis la produzione di vaccini deve essere diffusa equamente sul territorio italiano. La sua interrogazione al ministro Giorgetti sul tema però non ha lasciato sodisfatto il parlamentare. 

Il senatore del gruppo Misto Saverio De Bonis ha presentato un intervento durante il question time in Aula per chiedere al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti una equa spartizione nel territorio italiano per la produzione dei vaccini contro il Covid-19. Lo abbiamo intervistato a MeteoWeek per un chiarimento sul tema dell’equità territoriale, prevista da normative italiane ma anche europee.

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Abbiamo voluto sollecitare il ministro per la massima democrazia economica nella produzione di vaccini – dichiara De Bonis durante l’intervista -. Sappiamo che il nostro paese è in ritardo da questo punto di vista, per esempio la Francia ha avviato un suo programma essendo partita con mesi di vantaggio. A fronte dei fondi pubblici che sono in arrivo vogliamo sapere se saranno utilizzati per le riconversioni o la costruzione ex-novo di impianti per la produzione ci sia la possibilità di rispettare alcuni vincoli previsti anche dal PNRR“. Qual è stata la risposta di Giorgetti? “Ha detto che il vincolo di destinazione delle risorse dal punto di vista territoriale sarebbe da derogare. Una risposta che non ci lascia sodisfatti. Valuteremo se questa operazione sia valida dal punto di vista giuridico.”ù

Ci sono centri di produzione efficienti nel Meridione? “Faccio presente che per esempio in Puglia ci sono aziende operative che hanno investito propri fondi per questa operazione. Realtà farmaceutiche che potrebbero aiutare il Sud“. Un investimento che deve essere in linea con il Decreto Mezzogiorno. “Esatto. Prevede il vincolo del 34% per i territori del Sud Italia. Ma ci sono anche direttive europee per il rilancio di questa area, non si tratta di atteggiamenti partigiani.”

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Il vaccino Sputnik V non ha il consenso per la distribuzione in Unione Europea e in Italia, però uno stabilimento in Lombardia ne produrrà circa 11 milioni entro luglio. Pensa che sia un siero che dovrebbe essere approvato per combattere più rapidamente l’emergenza sanitaria? Inoltre è un’altra filiera produttiva che si concentra al Nord invece che nel Sud del Paese. “Sulla partita devi vaccini si combatte una guerra di natura geopolitica. La Russia non ha ancora vaccinato la sua popolazione ma stipula accordi di produzione in giro per l’Europa cedendo competenza alle aziende più disparate. Detto questo in una situazione del genere ritengo che le conoscenze e la produzione di vaccini debba essere liberalizzata. Ogni stato membro dell’Unione Europea deve potersi attrezzare in maniera autonoma” conclude De Bonis.

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