AstraZeneca, la mossa del Lazio che lascia libera scelta ai cittadini

Dopo i casi di trombosi rare, è stato consigliato l’utilizzo del vaccino di AstraZeneca solo agli over 60. Ma il Lazio sembra seguire una strada diversa. 

Più che libera scelta sembra uno scarico di responsabilità. Dopo i casi di trombosi rare in seguito alla somministrazione di AstraZeneca, è arrivata qualche giorno fa la raccomandazione di Aifa. L’Agenzia italiana del farmaco ha infatti consigliato di non utilizzare AstraZeneca negli under 60, dal momento che i casi di trombosi si sono verificati in pazienti al di sotto di quella soglia di età. Ma il Lazio sembra voler seguire una strada diversa. “Quando avremo esaurito le classi di età over 60 daremo su base volontaria AstraZeneca anche a chi è più giovane”, dice l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato a Il Messaggero. L’obiettivo è evitare di lasciare vaccini nei frigoriferi, ma a quale prezzo?

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Secondo quanto riporta l’agenzia Lapresse, il vaccino viene quotidianamente offerto, come prima possibilità, ad una serie di operatori sanitari under 60 ancora non vaccinati. Le convocazioni arrivano via mail, con data dell’appuntamento per la somministrazione. “Ci si presenta all’appuntamento e si viene a sapere che il vaccino per ora è solo AstraZeneca, l’unico somministrato. Se lo si rifiuta si torna a casa senza dose e senza sapere quando si verrà richiamati per fare un altro vaccino”, avrebbe riferito un’operatrice. Sta di fatto che proprio il vaccino AstraZeneca sarà somministrato a partire dai cinquantenni, su base volontaria e quando saranno stati vaccinate le classi di età superiori.

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Responsabilità, di chi?

La via dell’unità, invocata da Mario Draghi, sembra quindi sfumare. Il Presidente del Consiglio ha più volte richiesto una linea unitaria sui vaccini e sulle somministrazioni ma le Regioni sembrano procedere per conto proprio. La mossa del Lazio, tra l’altro, se anche ha come obiettivo quello di accelerare, potrebbe rivelarsi un danno per i cittadini a cui viene lasciata la possibilità di scegliere. Ma, in questo caso, non si tratta di libero arbitrio; quanto, piuttosto, del fatto che le responsabilità non vengono assunte da chi dovrebbe. E così si scarica su chi arriva dopo.
Le rinunce nel Lazio hanno una percentuale più bassa che altrove. “C’è stato un problema di comunicazione sul vaccino AstraZeneca e ne paghiamo le conseguenze, ma siamo sicuramente sotto il 10% di rinunce. E la campagna vaccinale nel Lazio non ne risente, perché sta andando molto bene”, ha detto all’Adnkronos Salute Roberto Ieraci, referente scientifico per le vaccinazioni dell’Unità di crisi Covid-19 della Regione Lazio e dell’Asl Roma 1. Ma chi, davvero, correrebbe il rischio di un vaccino non consigliato?!

Chiara Feleppa

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