Caserta, esami gratis in ospedale senza passare dal Cup: quattro condanne in abbreviato a pene dai 2 anni e mezzo a 4 anni e 8 mesi. Il gup rinvia a giudizio altri 31 imputati, tra cui l’ex presidente della Provincia. Indagini partite dalla latitanza di Pasquale Scotti, killer della Nco. Condannata la sorella
Il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha rinviato ha giudizio 31 imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle gestione illecita del reparto di Patologia clinica dell’ospedale di Caserta. Tra loro anche l’ex presidente della Provincia casertana, Domenico Zinzi. Gli imputati imputati rispondono di peculato d’uso. Secondo l’accusa avrebbero svolto delle analisi al laboratorio clinico dell’ospedale di Caserta senza passare per il centro unico prenotazione.
Il gup ha anche condannato in abbreviato, per presunti episodi di corruzione, Angelo Costanzo, ex dirigente della Patologia clinica (4 anni e 8 mesi). Condannate anche la dipendente e sua stretta collaboratrice Angela Grillo (4 anni e 2 mesi) e Vincenza Scotti (2 anni e mezzo), titolare del laboratorio Sanatrix di Caivano.
Caserta, esami gratis in ospedale e mazzette
Scotti è la moglie di Costanzo e sorella del killer della Nuova camorra organizzata Pasquale Scotti. Il boss fu arrestato in Brasile ed estradato nel 2016, ma non è indagato per questa vicenda. Il giudice ha inflitto 2 anni e mezzo anche a Giovanni Baglivi, rappresentante farmaceutico di Santa Maria a Vico. Assolti infine Giuseppe Canzano e Maddalena Schioppa. Per gli inquirenti il reparto di Patologia clinica sarebbe stato al centro di un sistema di favori, mazzette e viaggi in cambio di esami gratuiti agli amici senza passare dal Cup.
Inoltre, per i pm, molte analisi commissionate al laboratorio privato Sanatrix di Caivano sarebbero state effettuate dal reparto ospedaliero, con un aggravio di costi per la casse pubbliche e sostanziosi risparmi per la struttura di Vincenza Scotti, la quale avrebbe ricevuto dalla Regione anche il rimborso per le analisi mai fatte. L’indagine dei Nas portò nel luglio del 2019 all’arresto di Costanzo, sua moglie e della dipendente Grillo. Per l’accusa sarebbero riusciti a creare un sistema tale per cui un intero reparto ospedaliero veniva piegato ad interessi privati.
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Indagini partite dalla latitanza di un killer camorrista
Dalle indagini emersero, a carico della factotum di Costanzo Angela Grillo, presunte mazzette in denaro, viaggi a Capri e a Torino per una partita di Champions League della Juventus. E, in un caso, perfino una tangente usata per pagare un’altra tangente. Tra i rinviati a giudizio figura anche Leonardo Pace, membro della triade commissariale che tra il 2015 e il 2017 amministrò l’ospedale di Caserta durante il commissariamento per infiltrazioni camorristiche disposto dal Ministero dell’Interno.
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Pace è accusato come quasi tutti gli imputati di aver beneficiato di esami senza passare per il Cup. Durante le indagini sulla latitanza di Pasqualino ‘o collier che gli inquirenti della Dda di Napoli captarono alcune telefonate della sorella Vincenza Scotti ritenute “ambigue”. Da queste sarebbero dunque emersi i fili di un’associazione a delinquere operante all’interno dell’ospedale di Caserta e molto ben radicata.