Giorgio Palù, presidente dell’AIFA, ha fatto il punto sulla campagna di vaccinazione contro il Covid-19. L’esperto ha chiarito le mosse del Governo relativamente alle priorità per fasce di età e ha rassicurato la popolazione in merito all’utilizzo delle dosi di AstraZeneca.
La campagna di somministrazione dei vaccini in Italia sta proseguendo, sebbene ci siano state alcune difficoltà. Dalle polemiche per le scelte del Governo sulle categorie ritenute prioritarie fino ai timori sugli effetti collaterali delle dosi di AstraZeneca. I contagi intanto non si fermano nel Paese e per fronteggiare l’epidemia è necessario accelerare il trend affinché una buona percentuale della popolazione sia al più presto protetta. A parlarne, nel corso di un intervento a Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, in onda su Rai 3, è stato Giorgio Palù. Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha chiarito alcuni dettagli relativi all’utilizzo dei sieri contro il Covid-19 attualmente a disposizione.
Palù sulla campagna di vaccinazione
“Con il Governo di Mario Draghi c’è stato un netto cambio di passo sui vaccini“. Lo ha detto ieri Giorgio Palù. L’esperto virologo ritiene che le strategie messe in atto per la vaccinazione della popolazione italiana siano efficaci. “E’ il combinato disposto tra un generale degli alpini, esperto di logistica, che ha preso in mano la crisi con decisione e un primo ministro esperto di economia, che sa fare i conti e ha subito colto quale era la priorità, ovvero coprire gli anziani. Sappiamo che i bambini e gli adolescenti si infettano raramente, dimostrano pochi sintomi, addirittura trasmettono poco e non muoiono“. L’incidenza di mortalità negli anziani al di sopra degli 80 anni è infatti pari al 65%, mentre tale percentuale si abbassa al 3% tra coloro che hanno tra i 60 e i 70 anni. Sotto i 50 anni essa cala all’1% e tra i giovani è addirittura pari allo 0,01%.
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La questione AstraZeneca
Il presidente dell’AIFA, inoltre, ha trattato il complesso tema relativo all’utilizzo delle dosi del vaccino prodotte da AstraZeneca. Le autorità italiane, in linea con quelle degli altri paesi d’Europa, hanno sconsigliato, a seguito del rilevamento di alcuni eventi trombotici nei pazienti, la somministrazione del siero a coloro che hanno meno di 60 anni. “Il vaccino in questione – ha spiegato Palù – non è stato vietato, non è controindicato neanche per i più giovani. L’indicazione, il suggerimento è per gli over 60, né più né meno di quello che ha fatto la Germania e la Spagna, mentre in Francia hanno dato indicazioni per gli over 55. Si sottoscrive un consenso informato, e se un 40 enne o un 50 enne lo vuole fare lo può fare, ovviamente c’è una anamnesi. Olanda e Paesi nordici hanno invece bloccato le somministrazioni in attesa di ulteriori dati, come il Canada e la Corea del Sud. Tutto ciò riflette l’organizzazione che si è data la comunità europea. Da sempre sulla sanità dà dei principi ma ha lasciato ai singoli governi le singole decisioni, l’Ema non può che dare raccomandazioni“.
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E ha aggiunto: “Diciamo la verità, Astrazeneca non si era presentata con i migliori dati all’inizio, a causa degli studi che non avevano incluso la popolazione anziana, per questo si era raccomandato ai giovani. Ricordiamo che gli studi sono in continuo progresso, quando si vaccinano milioni di persone si ottengono nuovi dati. E’ giusto che la scienza che ha messo a disposizione in 10 mesi dei vaccini efficacissimi e molto sicuri sia in grado di rivedere le posizioni. L’approccio – ha concluso il virologo – è cautelativo sulla base dei dati che via via si producono“.