L’Organizzazione mondiale della sanità conferma l’inesistenza di “dati adeguati” sull’intercambiabilità dei vaccini. L’Oms ha ribadito, dunque, di non poter fare una raccomandazione su un cambio del vaccino anti-Covid tra due dosi, come la Francia ha dichiarato di voler fare per gli under 55 che hanno ricevuto una prima dose di AstraZeneca e che ora faranno la seconda dose con un altro vaccino. In realtà, ciò è già accaduto, anche se per sbaglio, quando, a Reggio Calabria a una signora di 82 anni hanno somministrato la prima dose di Moderna, e la seconda di Pfizer. Ma, sulla questione, Margaret Harris, portavoce dell’Oms, dichiara che “Non ci sono dati adeguati per dire se questa scelta può essere fatta» e quindi gli esperti dell’organizzazione hanno concluso “che l’interscambiabilità dei vaccini non è qualcosa che si può raccomandare in questa fase”.
La questione è stata sollevata perché, dopo le ultime vicende che hanno visto protagonista AstraZeneca, l’intenzione era quella di effettuare la seconda dose con un altro vaccino, a tutti coloro che avevano ricevuto l’AstraZeneca come prima dose.
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AstraZeneca e trombosi
L’Oms si è espressa riguardo i rischi della somministrazione di AstraZeneca, soprattutto sul nesso causale tra il vaccino e il raro verificarsi di coaguli di sangue con piastrine basse viene “considerato plausibile ma non confermato”. All’inizio della giornata, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha confermato che i casi di coaguli di sangue con piastrine basse sono stati associati alla somministrazione del vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca, ma che questi dovrebbero essere indicati come effetti collaterali molto rari. In una dichiarazione provvisoria, il Comitato Consultivo Globale sulla Sicurezza dei Vaccini (GACVS) dell’ OMS ha affermato che gli eventi sottoposti a valutazione sono molto rari, essendo stati riportati numeri bassi rispetto ai quasi 200 milioni di individui che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca in tutto il mondo. Sono necessari, però, studi specializzati per comprendere appieno il possibile nesso e quindi il Comitato continuerà a raccogliere e riesaminare ulteriori dati. Al contempo, il GACVS ha aggiunto che i rari eventi avversi che seguono le immunizzazioni devono essere valutati rispetto al rischio di morte per Covid-19 e al potenziale dei vaccini di prevenire le infezioni e ridurre i decessi.
Effetti collaterali
Secondo le statistiche dell’ OMS, alla data di ieri, in tutto il mondo sono morte almeno 2,6 milioni di persone a causa del virus. Diversi Paesi europei hanno già fermato o sospeso il lancio del vaccino AstraZeneca a seguito dei rischi segnalati. Ieri, l’ OMS ha dichiarato che gli effetti collaterali, per lo più lievi e di natura locale, sono previsti e comuni entro 2 o 3 giorni dalla vaccinazione. L’Organizzazione ha anche raccomandato a tutti gli individui che manifestano sintomi gravi, come, mancanza di respiro, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici come mal di testa gravi e persistenti o visione offuscata, piccole macchie di sangue sotto la pelle al di là del sito di iniezione, da circa 4 a 20 giorni dopo la vaccinazione, dovrebbero cercare urgentemente assistenza medica. Il GACVS, però, ammette che, alla fine “i vaccini, come tutte le medicine, possono avere effetti collaterali. La loro somministrazione si basa su un’analisi del rapporto rischi-benefici”.