Un sedicenne a Roma si è lanciato dalle scale, morendo sul colpo. Il suicidio al momento non è l’unica ipotesi al vaglio degli inquirenti. Il timore è che possa essersi trattato dell’ennesima challenge sui social.
I dettagli sulla morte di un sedicenne a Roma sono ancora un mistero. Il corpo del giovane è stato rinvenuto in fondo alla tromba delle scale di una palazzina a Fonte Meravigliosa, tra Vigna Murata e la Cecchignola. La vittima si sarebbe lanciata giù dal quarto piano, dove era situata la sua abitazione. A fare la macabra scoperta è stata la madre, la quale era preoccupata poiché il figlio non si trovava in casa. Immediato l’arrivo degli operatori sanitari del 118, che tuttavia non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Le ferite erano tali da provocare la morte sul colpo. Gli inquirenti adesso indagano al fine di comprendere le cause della tragedia. L’ipotesi del suicidio non convince le forze dell’ordine. Il timore è che il ragazzo abbia potuto compiere l’estremo gesto per partecipare all’ennesima challenge presente sui social network.
La morte del sedicenne volato giù dalle scale
Il cadavere del sedicenne è stato rinvenuto nel pomeriggio di giovedì 8 aprile in una elegante palazzina di Roma. La mamma non lo aveva trovato nella sua camera e aveva verificato che non fosse uscito. Le generalità della vittima non sono state rese note. Il giovane, in base alle prime indiscrezioni, era tuttavia uno come tanti della sua età. Bravo a scuola, legato alla sua famiglia e agli amici. Non aveva alcun problema manifesto. È per questo che chi lo conosceva, nonché gli agenti delle forze dell’ordine, stenta a credere che possa essersi trattato di un suicidio. D’altra parte non è stato trovato alcun messaggio che palesasse l’intenzione di compiere un gesto estremo. Le piste più accreditate al momento restano quelle dell’incidente e del gioco. Una caduta accidentale oppure una sfida accettata sui social network dall’esito drammatico. “Non escludiamo nulla ma abbiamo forti dubbi che si tratti di un suicidio“, hanno precisato gli inquirenti.
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I genitori e le altre persone vicine alla vittima hanno intanto rilasciato le rispettive testimonianze sulla vita del giovane in questura. “Siamo corsi tutti per capire cosa fosse accaduto. La mamma era disperata ma fino all’ultimo ha sperato che i dottori riuscissero a rianimarlo. Invece non ha mai ripreso conoscenza“, ha raccontato una vicina di casa al Messaggero. “Era un ragazzo davvero tranquillo ed educato, sempre insieme alla sua famiglia, non riesco davvero a spiegarmi cosa sia accaduto. Come sia potuto morire così“. I genitori non si sbilanciano: “Siamo molto sconvolti, c’è la procura che sta indagando. Aspettiamo la conclusione delle indagini“.
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Le forze dell’ordine hanno sequestrato il cellulare, ritrovato accanto al cadavere (una possibile prova della challenge), e gli altri dispositivi elettronici del sedicenne. L’obiettivo è quello di comprendere se il ragazzo possa essere stato spinto da qualcuno sui social network a lanciarsi giù dalle scale. Il pm Alberto Pioletti ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio. Sul corpo della vittima verranno inoltre effettuati nelle prossime ore gli esami autoptici. Il volo dal quarto piano dovrebbe essere stata la causa della morte, ma soltanto il parere del medico legale potrà confermarlo.
L’ipotesi della challenge
La preoccupazione maggiore è che la morte del sedicenne possa essere ricondotta all’ennesima sfida estrema sui social network. La Hanging challenge, una prova di sopravvivenza che prevede di legarsi una cintura attorno al collo, è ampiamente saltata alla cronaca a seguito della morte di Antonella Sicomero, soffocata nel bagno della sua abitazione a Palermo a soli 10 anni. Le indagini sui dispositivi elettronici utilizzati dalla bambina hanno escluso la presenza di messaggi istigatori, ma la possibilità che la piccola sia stata spinta a compiere l’estremo gesto da qualche video su Internet sono consistenti. Soltanto poche settimane fa, inoltre, è venuta alla luce una nuova sfida su Tik Tok, la Planking challenge. Un gruppo di ragazzini di dodici anni, a Gallipoli, si sono lanciati sulle auto in corsa. Cosa si nasconde realmente dietro queste pericolosissime azioni è ancora un mistero. I sondaggi dimostrano, tuttavia, che almeno un giovane su sei conosce giochi come la Blakout challenge. Da capire se anche il sedicenne di Roma sia drammaticamente caduto nella trappola del web, lanciandosi giù dalle scale per una sfida.