Dare l’ok definitivo al maxi condono, secondo Corte dei Conti e Bankitalia, sarebbe discriminatorio e favorirebbe l’evasione fiscale.
Non solo i sindacati. A bocciare lo stralcio delle cartelle esattoriali – inserito dal governo di Mario Draghi nel decreto Sostegni – intervengono anche la Corte dei Conti e Bankitalia durante la riunione delle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato.
Le parole di Corte dei Conti e Bankitalia
Via Nazionale e viale Mazzini parlano della misura come “una scelta non condivisibile”, dal momento che potrebbe incentivare l’evasione fiscale. Non solo. Il beneficio, verrebbe “erogato a un vastissimo numero di soggetti, molti dei quali presumibilmente non colpiti sul piano economico dalla crisi“, il che genererebbe “disorientamento e amarezza per coloro che tempestivamente adempiono” e “una spinta ulteriore a sottrarsi al pagamento spontaneo per molti altri”. Le stesse motivazioni espresse dai segretari di Cgil e Uil.
La Banca d’Italia specifica inoltre: la misura fornirebbe “incentivi negativi per l’affidabilità fiscale degli operatori economici e disparità di trattamento nei confronti dei contribuenti onesti“. Mentre la Corte dei Conti riporta uno storico dei condoni negli ultimi vent’anni. Questo, ricorda, “è il terzo annullamento unilaterale di cartelle adottato nell’ultimo ventennio, a conferma di una sostanziale impotenza dello Stato a riscuotere i propri crediti, specie se di entità contenuta”.
Restano diversi dubbi sulle misure del dl Sostegni. Anche sugli “ulteriori slittamenti nei tempi di pagamento di debiti fiscali“. Simili scelte, infatti, “pur giustificate dalla crisi socio-economica, possono incidere in modo significativo sulla futura azione di riscossione dei crediti pubblici ritardando attività operative fortemente condizionate dal requisito della tempestività“.
L’intervento dell’Ufficio parlamentare di bilancio
Giovedì scorso, 8 aprile, si è espresso negativamente sullo stesso argomento anche l’Ufficio parlamentare di bilancio. “Qualsiasi intervento che introduca forme di definizione agevolata o di annullamento dei debiti pregressi non può prescindere da considerazioni in merito agli effetti che misure deflattive e condoni hanno, da un lato, sull’efficacia dell’azione dell’amministrazione finanziaria in termini di accertamento e controllo e di riscossione e, dall’altro, sull’evasione fiscale”, ha scritto l’Upb.
E ha aggiunto: “La valutazione di questo tipo di interventi non dovrebbe limitarsi solo a valutare gli effetti di gettito derivanti dall’adesione a misure di definizione agevolata, ma piuttosto essere estesa anche agli impatti indiretti, ossia quelli che aspettative su futuri condoni determinano sulla riduzione della riscossione ordinaria, di quella coattiva ordinaria e dei versamenti per adeguamento spontaneo“.
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Gli emendamenti al dl Sostegni
L’approvazione del dl Sostegni, quindi, si preannuncia come una lunga battaglia in Parlamento da condurre a colpi di emendamenti. Solo così si potrà valutare il reale consenso politico sullo stralcio delle cartelle fino a 5 mila euro. Tra i principali fautori della misura c’è la Lega che, anzi, vorrebbe estendere la sanatoria fino alla soglia dei 10 mila euro. Raddoppiando così il “peso” del condono.
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Lo ha dichiarato il sottosegretario al MEF del Carroccio, Claudio Durigon, evidenziando la possibilità di estensione dello stralcio delle cartelle pur mantenendo il requisito per l’accesso al condono del limite ISEE di 30 mila euro. Oltre all’estensione in termini economici, la Lega vorrebbe allungare anche il periodo di riferimento della misura: annullare i debiti maturati almeno fino al 2015.