L’Italia va verso un allentamento delle chiusure: molte regioni slittano verso l’arancione, ma la campagna vaccinale ancora non decolla.
Oggi, venerdì 9 aprile, ci sarà la consueta cabina di regia settimanale per il monitoraggio dell’andamento pandemico nelle diverse regioni. Stando ai dati emersi finora, la curva epidemiologica è in fase di miglioramento. Lo dimostra il calo dell’Rt nazionale, sceso fino allo 0,92. Meglio anche l’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti: dai 232 della settimana scorsa ai 185 di questa settimana. I cambiamenti che verranno annunciati oggi, entreranno in vigore lunedì prossimo, 12 aprile. Ma quali regioni resteranno in zona rossa? E quali invece diventeranno arancioni?
I cambi di colore delle regioni
Sei regioni, stando alle indiscrezioni uscite fino a questo momento, usciranno dalla zona rossa ed entreranno in quella arancione. Si tratta di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Toscana. In tutti e sei i territori, l’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti è scesa sotto i 250, parametro di riferimento per la valutazione del rischio del contagio. Resta incerta invece la situazione della Calabria, dove l’incidenza è ancora in bilico, ma l’indice Rt è sceso sotto l’1 (0,93). Se fosse confermato il passaggio di queste regioni in zona arancione, andrebbero ad aggiungersi alle altre che già ci si trovavano e che dovrebbero essere riconfermate: Marche, Veneto, Liguria, Lazio, Abruzzo, Molise, Umbria, Basilicata e Sicilia, province autonome di Trento e Bolzano.
Nella mappa a colori dell’Italia, dunque, si riducono visibilmente le zone rosse. Ma non totalmente. Con tutte le probabilità infatti resteranno in un fascia di rischio alto Campania, Puglia e Valle d’Aosta. Regioni che già erano rosse. L’unico territorio a subire un peggioramento è la Sardegna: il miraggio dell’Italia, la prima zona bianca, potrebbe addirittura passare in zona rossa. Questo per via di un indice Rt schizzato a 1,54, con un aumento medio del 92 per cento, e diversi focolai a preoccupare gli amministratori locali.
L’Italia verso le riaperture
Il miglioramento dell’emergenza sanitaria fa sperare in una progressiva riapertura del Paese. Secondo il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, “il 2 giugno potrebbe essere una data” per le riaperture. Tutto dipende dall’andamento della campagna vaccinale nelle singole regioni: “Chi vaccinerà di più riaprirà prima”, ha detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini. A spingere per le riaperture, all’interno del governo Draghi, è soprattutto la Lega. “È un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita”, ha spiegato il leader Matteo Salvini dopo un incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Mario Draghi.
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E ha aggiunto: “Con Draghi abbiamo parlato di dati: dove è tranquillo è un dovere ripartire. Draghi lo ha condiviso”. Dopo le dichiarazioni del capo del Carroccio, il premier ha poi chiarito in conferenza stampa che “è normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all’economia sono le aperture, ne sono consapevole. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza”.
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Come sta andando la campagna vaccinale
L’andamento della campagna vaccinale sarà quindi un parametro fondamentale per decretare la riapertura dell’Italia. Il piano tuttavia procede a rilento: da una parte per i tagli continui delle dosi che invece avrebbero dovuto essere consegnate, dall’altra per i continui cambi di indicazioni da parte di AstraZeneca (l’ultima novità ieri, quando è stato raccomandato l’utilizzo solo sugli over 60). Per capire come sta andando la campagna vaccinale nelle singole regioni, YouTrend ha stilato una “classifica”. Stando ai dati del sito di sondaggi, le regioni in cui sta andando meglio sono Veneto, Lazio, Trentino Alto Adige e Toscana. Male invece in Sicilia, Sardegna, Liguria, Calabria e Puglia.