FIPE: “Sicurezza e ripartenza, questo chiedono gli imprenditori. I ristori? Inutili” [VIDEO]

Il vicepresidente nazionale della FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, intervistato da Meteoweek fa il bilancio delle politiche di sostegno dello Stato e descrive problemi ed esigenze degli imprenditori.

Bocciatura senza appello della politica dei Ristori, delusione nei confronti del Decreto Sostegni ed una sola richiesta: lavoro e certezze. A partire dalla campagna vaccinale, che è l’unica arma veramente efficace per contenere la pandemia. Queste – in sintesi – le posizioni espresse dal vicepresidente nazionale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) Matteo Musacci, intervistato per Meteoweek da Valentino De Luca.

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Matteo Musacci, come FIPE che valutazione date al Decreto Sostegni?

“Parliamo dello scostamento di 32 miliardi, di cui soltanto 11 destinati al Fondo Perduto delle Imprese: una grossa insoddisfazione per la nostra categoria. Ci aspettavamo rimborsi più ampi, ma sopratutto perequativi delle perdite. Il meccanismo – da noi richiesto – di andare a colmare le perdite di di fatturato del 2020 rispetto al 2019 è stato applicato, ma calcolando le somme su base mensile. Questo ha generato ristori davvero esigui, che vanno a coprire al massimo il 5% delle perdite: che ad esempio, in una grande città, vanno a ripagare più o meno il 5% dell’affitto mensile. Speriamo che sia solo l’inizio. Anche perchè ristoranti e bar non hanno solamente registrato una perdita di fatturato. Sono chiusi per decreto. Chiusi in zona arancione, chiusi in zona rossa, aperti a metà in zona gialla ma in quella metà che non vale il 50% del loro normale fatturato, vale circa il 20%”.

Matteo Musacci, vicepresidente nazionale FIPE

State chiedendo riaperture in sicurezza anche la sera. Che proposte avete a riguardo?

“Già con il precedente governo, e con i precedenti referenti del Cts, avevamo avviato un dialogo: secondo noi le attività andrebbero divise tra chi ha il servizio al tavolo e chi non ce l’ha. Chi ha il servizio al tavolo e può garantire una certa sicurezza all’interno dei propri locali, non capiamo perchè in zona gialla non possa aprire fino alle 22 ed in zona arancione fino alle 18. Perchè è vero che abbiamo bisogno di ristori e di fondi perduti, ma sopratutto abbiamo bisogno di lavorare. Abbiamo bisogno che si parli di ripartenza, che ci si dia una scadenza, una data di riapertura. E non questo continuo tira e molla. I nostri imprenditori chiedono sicurezza e ripartenza, anche perchè ormai si sono anche stancati di chiedere ristori perchè hanno visto che non arrivano, e quel poco che arriva è inutile”.

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Entro questa estate la maggior parte della popolazione dovrebbe poter essere vaccinata: attualmente quali sono le vostre sensazioni per la stagione estiva?

“Sarei anche ottimista, se non avessi imparato a non esserlo: ci avevano detto che avremmo lavorato a Natale, poi a Pasqua… Adesso ci dicono che faremo l’estate, anche se con lo spettro di questa zona gialla, arancione, rossa. Io ho smesso di crederci: il vero tema è che occorre vaccinare, come fanno in UK. Se andiamo a chiedere ad un imprenditore della ristorazione e gli chiediamo se preferisce 5mila euro  a fondo perduto o la certezza che in breve tempo tutti siano vaccinati e si possa riprendere a lavorare, tutti sceglieranno la seconda ipotesi. Abbiamo l’arma, i vaccini. Andiamo verso l’estate. Le nostre attività sono considerate possibili fonti di contagio… L’unica soluzione sembra che sia quella di vaccinare.:  500mila vaccini al giorno: è l’ultima speranza che ci rimane”.

Alessio Ramaccioni

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